AstraZeneca: ipotesi somministrazione mezza dose per evitare reazioni avverse

Gabriele Stentella

16/04/2021

16/04/2021 - 11:41

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Secondo il parere degli scienziati, la somministrazione del vaccino AstraZeneca in dose dimezzata non favorirebbe reazioni collaterali come la trombosi. Questo elemento porterebbe anche a un aumento delle vaccinazioni.

AstraZeneca attende ancora omologazione da parte di Swissmed per l’inserimento nel piano vaccinale svizzero, in attesa di dati che dimostrino l’assoluta sicurezza del vaccino anglo-svedese.

L’approvazione ha subito ulteriori rallentamenti in quanto il siero sviluppato dall’Università di Oxford in collaborazione con la società anglo-svedese è da settimane sul banco degli imputati a causa di alcune reazioni avverse che si sarebbero manifestate a seguito della somministrazione in Europa e negli Stati Uniti.

La proposta avanzata da un gruppo di scienziati nei confronti del siero della multinazionale AstraZeneca (anche conosciuto con il nome commerciale di Vaxzevria), che prevede la somministrazione del vaccino AstraZeneca in dose dimezzata, ha già suscitato l’interesse della stampa e della comunità scientifica mondiale.
La scelta di dimezzare le dosi del siero di AstraZeneca non sarebbero però motivata solo dalle preoccupazioni inerenti a possibili reazioni avverse.

Dosi dimezzate: meno reazioni avverse e più vaccinati

Stando a quanto riportato dall’immunologo italiano Mauro Minelli, diversi studi eseguiti durante la terza fase di sperimentazione del vaccino Vaxzevria avrebbero evidenziato una relazione tra la somministrazione dimezzata del siero e il manifestarsi di sintomi molto lievi. In alcuni casi non si sarebbero inoltre manifestate reazioni avverse di alcuna tipologia.

I primi a suggerire la somministrazione dimezzata del siero di AstraZeneca erano stati i ricercatori tedeschi dell’Università di Greifswald, i quali avevano già sollecitato l’EMA circa questa possibile soluzione.

Questo fenomeno ha una spiegazione scientifica molto semplice: la somministrazione di una dose dimezzata non sarebbe in grado di dar vita a fenomeni infiammatori severi ed effetti collaterali importanti.

Occorre tuttavia sottolineare che la percentuale di soggetti deceduti a causa di eventi trombotici manifestati dopo la somministrazione del Vaxzevria risulta essere molto bassa (in Italia solo 4) e la correlazione tra somministrazione del vaccino e morte è ancora al vaglio.

Ma dimezzare le dosi di vaccino aiuterebbe anche ad accelerare la vaccinazione. Come sappiamo, in alcuni paesi europei quest’ultima sembra incontrare non pochi ostacoli sul suo cammino.

La mezza dose di vaccino AstraZeneca è efficace contro SARS-CoV-2?

Una domanda che sorge spontanea riguarda l’efficacia del siero somministrato in dose dimezzata. Stando alle parole di Minelli, l’efficacia del vaccino sul virus SARS-CoV-2 non risulterebbe dimezzata.

Il basso livello di infiammazione risultante dalla somministrazione di mezza dose di vaccino avrebbe avuto come effetto una maggiore produzione di anticorpi immunizzanti.

Nonostante questa interessante osservazione, lo stesso Minelli afferma che si è ancora lontani dal poter formulare una tesi che vede una correlazione inversa tra aumento della dose vaccinale e aumento degli anticorpi contro il SARS-CoV-2.

Questi studi sono stati condotti su un campione troppo piccolo per risultare statisticamente rilevante. Sono pertanto in molti i favorevoli alla sperimentazione condotta direttamente all’interno della campagna vaccinale.

In questo modo si permetterebbe a più soggetti di ricevere la dose dimezzata di Vaxzevria.

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