Nell’ultimo anno si sono verificati quasi 2.700 attacchi informatici a danno di aziende svizzere. Chi c’è dietro a questi attacchi? Quali sono state le soluzioni adottate dalle aziende colpite.
La Cyber Security è divenuta sempre più importante, specialmente in tempi di pandemia nei quali sempre più lavoratori svolgono le proprie attività in smart working. Stando a quanto riportato dalle pagine della rivista Beobachter, in Svizzera gli attacchi informatici contro le aziende sono in costante aumento, tanto che nell’ultimo anno si sono verificati il 56% degli attacchi registrati in un orizzonte temporale di cinque anni.
Andiamo a vedere cosa ha riportato Beobachter nel corso delle indagini condotte assieme alla società informatica Recorded Future.
In Svizzera quasi 2.700 attacchi informatici nel 2021
Prima di incominciare è bene tenere a mente che le rilevazioni condotte hanno preso in considerazione solamente gli attacchi hacker che hanno portato alla pubblicazione di dati aziendali sensibili nel dark web. Ne segue che non si è tenuto conto di quelle violazioni che non hanno comportato un vendita di informazioni sensibili in maniera clandestina. Alla luce di ciò, il dato calcolato potrebbe essere in realtà stimato per difetto.
Nel corso del 2021 sono stati quasi 2.700 gli attacchi informatici condotti contro aziende svizzere. I dati sottratti sono specialmente quelli relativi ai progetti aziendali, elenco della clientela, dati bancari e informazioni riservate di altra natura.
In alcuni casi gli hacker hanno sfruttato le fragilità dei sistemi di protezione casalinghi, dato che molti PC dei dipendenti in smart working che avevano accesso a dati particolarmente sensibili non disponevano di sufficienti sistemi di protezione.
Chi c’è dietro gli attacchi e a quanto ammontano i riscatti richiesti
La matrice degli attacchi informatici è spesso ignota, sebbene a detta di molti esperti di Cyber Security sarebbe da ricondurre a organizzazioni attive specialmente nell’Europa dell’Est (soprattutto in Russia) e in Asia (specialmente in Cina e paesi mediorientali). Secondo il direttore del Centro nazionale per la cibersicurezza Florian Schütz, dietro agli attacchi hacker a danno delle aziende svizzere ed europee ci sarebbero non più di una dozzina di gruppi, che spesso eseguono anche furti di dati su commissione.
L’identità dei committenti è oggetto di diverse controversie e speculazioni, ma si esclude possa trattarsi di società rivali o di ex dipendenti o ex manager.
Non è dato sapere se alcune delle aziende colpite dagli attacchi hacker abbiano o meno pagato il riscatto richiesto, ma si ipotizza possa essere successo. Il riscatto medio richiesto si aggira tra il 3% e il 5% del fatturato, anche se questa stima potrebbe anche essere sottostimata. In base all’opinione degli esperti, almeno il 40% delle imprese ha pagato il riscatto richiesto.
Negli ultimi tempi alcuni gruppi assicurativi hanno emesso assicurazioni contro gli attacchi informatici, i quali comprenderebbero le coperture per pagare il riscatto.
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