Non sono da escludere nuovi aumenti.
La Banca centrale europea (Bce) alza i tassi di mezzo punto al 2,5% e il consiglio direttivo si porta avanti annunciando che nei prossimi mesi saranno alzati ulteriormente.
Come scrive Money.it, dal documento di politica monetaria appena pubblicato è emerso che la politica di tassi in aumento proseguirà, “in modo significativo e a ritmi sostenuti per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da garantire un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2%”
Francoforte ha quindi alzato il costo del denaro di un totale di 250 punti base (pb) da luglio, con una velocità mai registrata prima per contenere l’inflazione considerata rovente e duratura.
Non solo, oltre alla sua decisione sui costi dei prestiti, la banca ha dato indizi su come liquidare i 5.000 miliardi di euro di obbligazioni acquistate durante la politica espansiva. Le indicazioni sul cosiddetto Quantitative Tightening sono state accennate con questo inciso:
“Dall’inizio di marzo 2023 in poi, il portafoglio del programma di acquisto di attività (APP) diminuirà a un ritmo misurato e prevedibile, poiché l’Eurosistema non reinvestirà tutti i pagamenti di capitale da titoli in scadenza. Il calo ammonterà in media a 15 miliardi di euro al mese fino alla fine del secondo trimestre del 2023 e il suo ritmo successivo sarà determinato nel tempo.”
Le nuove proiezioni economiche vedono un’inflazione media all’8,4% nel 2022 e al 6,3% nel 2023. Per quanto riguarda la crescita, si stima una contrazione nell’ultimo trimestre in corso e nel primo del 2023, con la possibilità di una recessione breve e poco profonda.
Le parole di Lagarde
In conferenza stampa la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha detto che l’inflazione è ancora troppo alta e che probabilmente rimarrà elevata anche nei prossimi mesi. Inoltre, l’inflazione dei prezzi alimentari e le sottostanti pressioni sui prezzi in tutta l’economia si sono rafforzate e persisteranno per qualche tempo.
Per Lagarde «un’economia più debole potrebbe portare a un tasso di disoccupazione leggermente più elevato», nonché a un «rallentamento delle creazione di posti di lavoro». «La politica fiscale potrebbe esacerbare le pressioni inflazionistiche». Ma la vera nemica rimane l’inflazione elevata che implica condizioni di finanziamento più restrittive, frenando spesa e produzione.
E sui prossimi aumenti dei tassi di policy afferma che la strada da fare è ancora lunga: «Ovvio che dovremmo aspettarci aumenti di 50 bps per un certo periodo di tempo», ha detto Lagarde. Ha poi ribadito che dall’inizio di marzo 2023 in avanti, il portafoglio del programma di acquisto di attività (app) diminuirà a un ritmo misurato e prevedibile, poiché l’Eurosistema non reinvestirà tutti i pagamenti principali dei titoli in scadenza. Mentre il QT funziona associato agli altri strumenti. Dunque, la politica dei tassi resta il primo strumento per combattere l’inflazione.
Reazione dei mercati
Mentre è in corso la conferenza stampa della presidente della Bce, Christine Lagarde, i mercati sprofondano in terreno negativo. Piazza Affari e il Btp italiano indossano la maglia nera in Europa. Il FTSE MIB cede il 2,83% dopo la stretta sui tassi, l’annuncio dell’avvio del quantitative tightening e la previsione di nuove strette mentre lo spread Btp-Bund si allarga di quasi 12 punti base a quota 203 punti, con il rendimento del decennale italiano che balza di 26 punti base al 4,11%, un filo sopra il decennale greco il cui rendimento è al 4,109%. In Germania, il DAX è in flessione del 2,84%, mentre in Francia, il CAC 40 giù del 2,72%.
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