In alcuni Cantoni della Svizzera una porzione significativa della popolazione non sembra intenzionata a farsi vaccinare contro la COVID-19. Cosa sta succedendo?
In Svizzera sono quasi 2 milioni le persone che hanno ricevuto entrambi le dosi dei vaccini contro il coronavirus, mentre sono quasi 6 milioni le dosi di vaccino appena arrivate nel nostro paese.
Nonostante i grandi progressi fatti negli ultimi mesi, in alcuni Cantoni la vaccinazione non sembra procedere di pari passo con la media nazionale. Stavolta però le origini del problema non sono da ricondurre ai ritardi nella consegna dei sieri, bensì nella poca fiducia che alcuni cittadini svizzeri nutrono nei confronti della vaccinazione.
In quali zone del nostro paese è più diffuso lo scetticismo nei confronti dei vaccini? E cosa potrebbe comportare?
Vaccinazione in Svizzera: a Basilea-Città e Turgovia resiste ancora il fronte degli scettici
Secondo quanto riportato dal quotidiano zurighese 20 Minuten , Basilea-Città sarebbe il Cantone con la più alta percentuale di soggetti che si dichiarano contrari alla vaccinazione. Sembra infatti che circa il 40% della popolazione di età maggiore ai 16 anni non voglia ricevere il vaccino anti-COVID. La portavoce del dipartimento della salute Anne Tschudin ha dichiarato in un’intervista che sarebbe auspicabile avere almeno il 70%-80% dei vaccinati a Basilea, ma secondo quanto riportato in precedenza arrivare questi numeri potrebbe risultare molto difficile.
Il Turgovia è il secondo Cantone in cui si registra un numero crescente di disdette per l’appuntamento vaccinale, tanto che in alcuni centri le autorità hanno invitato la popolazione a vaccinarsi.
Lo scetticismo nei confronti del vaccino è ovviamente motivato dalla diffusione di notizie false e prive di solide basi scientifiche, che sembrano avere ancora molta presa su una parte della popolazione.
Gli esperti lanciano l’allarme, ma l’UFSP rassicura sulla strategia vaccinale
La riluttanza nei confronti dei vaccini anti-COVID sta destando preoccupazione tra gli esperti. Secondo quanto affermato dal Dr. Andreas Widmer, una bassa copertura vaccinale in alcune aree del paese potrebbe portare all’insorgere di nuove varianti che potrebbero rappresentare un pericolo di notevole portata. Di fronte a questo scenario, Widmer è poi tornato a evidenziare che per raggiungere il traguardo dell’immunità di gregge occorre vaccinare almeno l’80% degli svizzeri.
In conclusione, Widmer ha poi auspicato l’introduzione di misure più restrittive per chiunque non si sia vaccinato, come per esempio limitazioni negli spostamenti od obbligo di sottoporsi sempre ai tamponi molecolari.
Tuttavia l’Ufficio federale della sanità pubblica non sembra mostrare preoccupazioni riguardo lo scenario dipinto da Widmer, e la portavoce Masha Foursova ha invece sottolineato che negli ultimi mesi la propensione degli svizzeri a farsi vaccinare sarebbe addirittura aumentata. Per il momento l’UFSP non sembra dunque nutrire dubbi riguardo la strategie adottata.
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