Certificato COVID nei ristoranti, la proposta per la stagione autunnale

Gabriele Stentella

9 Luglio 2021 - 11:20

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Da GastroTicino arriva l’allarme nei confronti di un possibile certificato COVID per i ristoranti. Questa misura attesa entro l’autunno potrebbe portare nuovi problemi per la ristorazione?

In autunno potrebbe farsi strada per le attività ristorative l’obbligo di richiedere una certificazione contro la COVID-19. Questa ipotesi era stata più volte auspicata da alcune personalità come l’epidemiologo Dr. Christian Althaus e ora sempre sempre più vicina a concretizzarsi.

La sua introduzione ha già suscitato la reazione di GastroTicino, che avverte sui possibili nuovi costi a carico dei ristoranti e sulla possibilità che tale misura possa essere accusata di discriminazione.

I timori di GastroTicino sono fondati? Analizziamo nel dettaglio questa notizia e il parere del Presidente di GastroTicino.

GastroTicino: nuovo certificato rischia di essere discriminatorio ed eccessivamente costoso

La diffusione del coronavirus continua a preoccupare sia dal punto di vista sanitario quanto dal punto di vista economico. Le società operanti nel settore della ristorazione sono state le più colpite dalla crisi pandemica, e ora per loro potrebbe aprirsi una nuova questione spinosa rappresentata dal certificato COVID atteso per l’autunno. Questo almeno è quanto riportano i portavoce di GastroTicino, i quali non sembrano avere dubbi sulle ombre di questa misura che al contrario è stata accolta positivamente dalle autorità sanitarie.

Il certificato COVID per i ristoranti sarebbe dovuto essere in vigore già a partire dall’estate, ma successivamente si decise di rimandare la sua entrata in vigore alla stagione autunnale.

Stando al parere del Presidente di GastroTicino Massimo Suter, il certificato COVID rappresenterebbe un costo eccessivo per la maggior parte dei ristoranti ticinesi, dato che porterebbe ad ingenti perdite di fatturato. Suter sottolinea anche che i clienti non vaccinati sarebbero discriminati, essendo loro vietato l’accesso agli spazi privati solo in base a una loro scelta di natura personale. Il Presidente di GastroTicino lamenta inoltre l’inesistenza di una legittimazione costituzionale ad alcuni dei provvedimenti in questioni.

Per uno strano gioco del destino, questo parere viene espresso proprio all’indomani della presentazione di un nuovo referendum sulla Legge COVID-19 che ha come punto dolente proprio la presunta natura discriminatoria di alcuni provvedimenti.

Sui ristoranti c’è anche l’incognita organizzativa

Un ulteriore problema per i ristoranti sarebbe rappresentato anche dalle difficoltà di natura organizzativa. Suter anche su questo aspetto non esita a esprimere la sua opinione, affermando che per un ristorante può essere molto difficile controllare gli ingressi, misurare la temperatura all’entrata ed eventualmente gestire l’afflusso di clientela da più ingressi.

Sui ristoranti pesa inoltre anche un aspetto psicologico di molti da clienti da non sottovalutare. Infatti ormai la situazione è ben diversa da quella dello scorso anno, elemento che spinge molti a non sopportare più molto le restrizioni.

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