Perché il possibile fallimento del gigante cinese Evergrande spaventa sempre più la finanza globale? Quali potrebbero essere le ripercussioni sul sistema bancario e sui grandi fondi?
China Evergrande Group è sempre più vicina al fallimento. Il colosso immobiliare del Dragone sta alimentando da alcune settimane il clima di incertezza nei mercati finanziari asiatici, Hong Kong in primis.
Infatti il listino Hang Seng dell’ex colonia britannica sta toccando i suoi livelli più bassi da ottobre 2020, complici anche le strette normative della Cina sulle aziende tech e la crisi pandemica.
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Quali sono i motivi principali per i quali le autorità cinesi e l’intero mondo della finanza temono il possibile fallimento di Evergrande? Siamo veramente di fronte a una "Lehman Brothers cinese"’? Di seguito un’analisi sulla situazione attuale.
China Evergrande Group: il volume d’affari tra Cina e Hong Kong
Per comprendere meglio a cosa è dovuta l’apprensione nei confronti di China Evergrande Group è bene avere presente il tipo di società di cui si parla.
Fondata nel 1996 nella provincia del Guangdong (Cina meridionale), Evergrande ha conosciuto una crescita molto rapida verso i primi anni 2000, culminata poi nella quotazione nell’Indice Hang Seng nel 2009. La società fa capo dall’imprenditore cantonese Xu Jiayin, il quale per molto tempo è stato uno dei 25 uomini più influenti e potenti della Cina.
Evergrande è operativa principalmente nel settore delle costruzioni con oltre 1.300 progetti in 280 grandi città cinesi e a inizio 2021 risultava essere al 122 posto tra i 500 gruppi economici mondiali (il Fortune Global 500). Il colosso cantonese ha con gli anni diversificato enormemente il proprio giro d’affari, tanto è vero che tra le sue attività sussidiarie si annoverano:
- Viaggi: China Evergrande è infatti proprietaria del marchio Hengda;
- Sport: nel 2010 Evergrande è divenuta proprietaria della squadra di calcio del Guangzhou Evergrande, alla quale ha donato anche un nuovo e moderno stadio;
- Beni alimentare: si contano innumerevoli partecipazioni di rilievo in importanti aziende alimentari, inoltre la società detiene il marchio di acqua minerale "Evergrande Spring";
- Autovetture intelligenti: uno degli ultimi investimenti è stata l’acquisizione del 49% delle quote di NEVS, una società svedese che realizza auto elettriche. Evergrande già deteneva il restante 51% della proprietà;
- Salute: la società vanta infatti la proprietà di alcune grandi case di riposo per anziani, oltreché posizioni di rilievo nell’amministrazione di alcuni ospedali in Cina;
Non si contano inoltre le numerose partecipazioni azionarie in importante holding finanziarie cinesi e hongkonghesi. Basti pensare che al momento circa il 18% delle azioni della Shengjing Bank - una banca commerciale della provincia cinese dello Liaoning - sono in mano alla Evergrande.
Recenti stime indicano che circa 3,8 milioni di posti di lavoro in Cina, Hong Kong, Corea del Sud e Giappone sono stati creati indirettamente dal giro d’affari di Evergrande.
Perché la crisi di Evergrande mette in allarma la finanza globale?
Dopo quanto descritto, sembrano alquanto scontati i motivi principali per i quali il possibile fallimento di Evergrande può avere ripercussioni catastrofiche sulle borse e anche sul sistema bancario cinese.
Gli analisti temono che possa verificarsi l’insolvenza incrociata, vale a dire quel meccanismo per il quale il fallimento di una società causa problemi di liquidità in altre realtà controllate in maniera diretta o indiretta. Questo è quanto verificatosi per esempio nel 2008 con il fallimento della banca USA Lehman Brothers.
Nello specifico il fallimento di Evergrande manderebbe in fumo gli investimenti obbligazionari di molto grandi fondi, come per esempio l’europeo Amundi, che risulta essere il maggior detentore dei bond del colosso cinese. Tra i grandi gruppi finanziari svizzeri si cita UBS Asset Management, che detiene al momento circa 85 Milioni di Dollari di obbligazioni di China Evergrande.
In conclusione, se Evergrande cadrà saranno in molti a poterne uscire notevolmente indeboliti. Non si esclude che il gigante cinese possa essere seguito da altri importanti nomi.
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