La Cina passa al contrattacco e approva la Anti-Foreign Sanctions Law, un pacchetto di misure che cerca di allentare la pressione degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, ma allo stesso tempo salvaguardando gli interessi fondamentali della Cina.
Torna alta la tensione tra Stati Uniti e Cina: dopo il recente annuncio del piano da quasi 250 miliardi di dollari negli Stati Uniti, la Cina passa al contrattacco e cerca di frenare le politiche degli States.
Il contrattacco è stato annunciato dalla televisione nazionale CCTV: Pechino ha approvato la Anti-Foreign Sanctions Law, un pacchetto di misure che vuole allentare la pressione degli Stati Uniti e dell’Unione Europea sul commercio e sulla tecnologia, ma anche sulle scottanti questioni di Hong Kong e dello Xinjiang.
La legge contro le sanzioni straniere approvata in Cina
L’approvazione della legge anti-sanzioni straniere arriva, come anticipato, dopo il passaggio al Senato USA del piano da 250 miliardi di dollari che, oltre a cercare di rafforzare la competitività degli States, prepara il terreno per nuove sanzioni nei confronti del Dragone. Secondo gli esperti, infatti, la legge oltre a fornire le garanzie legali contro misure unilaterali e discriminatorie imposte da paesi stranieri, potrebbe avere anche un effetto determinante nella salvaguardia degli interessi fondamentali della Cina.
Sebbene i dettagli della legge approvata a Pechino non siano stati ancora resi noti, è chiaro che l’intento del contrattacco è quello di creare una base legale per future azioni che possano contrastare le sanzioni straniere e, allo stesso tempo, difendere sia le società sia i singoli individui dagli effetti di queste.
Un segnale forte da parte della Cina che sembrerebbe pronta a rispondere colpo su colpo agli "attacchi" che arrivano da Washington e Bruxelles.
D’altra parte, il piano approvato dal Senato degli Stati Uniti è solamente l’ultima misura messa in atto dall’amministrazione Biden per contrastare il Dragone.
Il piano anti-Cina e la blacklist degli Stati Uniti
La notizia dell’inserimento di circa 59 aziende cinesi all’interno della, famosa, blacklist americana è giunta solamente pochi giorni fa. Grazie a questo nuovo ordine esecutivo, che sarà in vigore a partire dal prossimo 2 agosto, l’amministrazione Biden vieta agli investitori statunitensi qualsiasi operazione finanziaria nei confronti di società cinesi che, a detta degli States, hanno stretti legami con l’esercito cinese e con le grandi aziende di videosorveglianza.
A partire da agosto, quindi, gli investitori americani non potranno più vendere o acquistare azioni e quote societarie delle aziende presenti all’interno della Blacklist aggiornata. In aggiunta l’amministrazione Biden limita anche l’utilizzo della tecnologia di sorveglianza cinese da parte delle società americane nonché la partecipazione di queste in progetti internazionali.
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