Contaminazione da PFAS in Ticino: l’emergenza idrica cresce con nuovi interventi previsti

Redazione

15 Gennaio 2025 - 10:43

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La contaminazione da PFAS in Ticino preoccupa autorità e cittadini, con interventi urgenti per garantire la qualità delle acque potabili e la salute pubblica in comuni come Chiasso, Sant’Antonino e Capriasca.

Contaminazione da PFAS in Ticino: l'emergenza idrica cresce con nuovi interventi previsti

La situazione della contaminazione da PFAS in Ticino sta attirando l’attenzione di autorità e cittadini, con diversi siti colpiti individuati nel territorio. Negli ultimi anni, le scoperte riguardanti la presenza di questi inquinanti nelle acque sotterranee hanno sollevato preoccupazioni significative, portando all’implementazione di misure costose e urgenti per salvaguardare la salute pubblica e le risorse idriche locali.

La scoperta della contaminazione a Chiasso

A Chiasso, nel 2020, sono emerse rilevazioni di contaminazione da PFAS nelle acque sotterranee, suscitando allerta tra le autotità locali e i residenti. Queste sostanze chimiche, utilizzate in una varietà di prodotti industriali e di consumo, sono state collegate a potenziali effetti nocivi sulla salute umana e sull’ambiente. In risposta a questa emergenza, il Comune ha investito circa 1,7 milioni di franchi per installare un filtro a carbone attivo al pozzo Prà Tiro, una misura tesa a ridurre i livelli di PFAS nell’acqua potabile. Questa operazione ha rappresentato un primo passo fondamentale, ma non è l’unica misura necessaria per garantire la purezza delle falde acquifere nella zona.

Contaminazione nei comuni di Sant’Antonino e Capriasca

Ma Chiasso non è l’unico comune ad affrontare questo problema. Infatti, anche nei Comuni di Sant’Antonino e Capriasca sono stati registrati livelli preoccupanti di PFAS. Le contaminazioni sono attribuite in larga misura ai materiali utilizzati nella costruzione della galleria di base del Ceneri, un’importante opera infrastrutturale. L’acqua di infiltrazione proveniente dal tunnel e dalla discarica con materiale di scavo ha portato a una diffusione di queste sostanze dannose nelle acque sotterranee, compromettendo ulteriormente la qualità dell’acqua. La scoperta di PFAS in queste aree evidenzia quanto siano intersecati i rischi ambientali e le opere pubbliche, sollevando interrogativi sulla sicurezza dei progetti futuri.

Interventi previsti e responsabilità finanziarie

Di fronte a questo serio problema, il Comune di Sant’Antonino ha pianificato l’installazione di un impianto di filtrazione dei PFAS. Questo impianto avrà lo scopo di purificare l’acqua potabile, garantendo l’accesso a una risorsa essenziale in condizioni di sicurezza. I costi dell’impianto saranno interamente coperti dall’Ufficio federale dei trasporti, che ha riconosciuto la gravità della situazione e l’importanza di salvaguardare la salute pubblica. Questi interventi non solo rappresentano una risposta diretta alla crisi dell’acqua, ma indicano anche l’impegno delle autorità nell’affrontare le contaminazioni ambientali con azioni concrete e tempestive.

La sensibilizzazione della comunità e le sfide future

La questione della contaminazione da PFAS ha messo in luce la necessità di una maggiore sensibilizzazione della comunità riguardo alla gestione delle risorse idriche e alla tutela dell’ambiente. Anche se gli interventi attuati rappresentano un passo importante, rimangono sfide considerevoli da affrontare. Le autorità locali e federali dovranno continuare a monitorare i livelli di contaminazione e rafforzare le misure preventive, garantendo che in futuro non si ripetano situazioni simili. La cooperazione tra enti pubblici e privati sarà cruciale per sviluppare strategie efficaci e sostenibili, capaci di proteggere le falde acquifere e la salute dei cittadini ticinesi.

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