Sebbene non se ne parli molto spesso, il contrabbando di sigarette e prodotti a base di nicotina è ancora oggi un fenomeno diffuso in Svizzera. Esiste una vera e propria "via del fumo" che parte dalla penisola Balcanica e giunge in Svizzera passando per l’Italia, paese che ha di recente lanciato l’allarme sulla recrudescenza di questo fenomeno malavitoso.
L’ultimo rapporto della Polizia Federale Svizzera in cui si era presentata un’attenta analisi relativa al contrabbando di sigarette risale al 2013. In quel dossier la Fedpol ricostruiva la tratta che dall’Europa Balcanica faceva arrivare nel nostro paese grandi quantità di tabacchi di contrabbando, passando per il confine italiano.
Nonostante negli anni successivi ci fossero state indagini finalizzate alla cattura di individui che avevano legami diretti con il traffico illegali di tabacchi, questo fenomeno è rimasto piuttosto in ombra, specie se paragonato ad altri fenomeni criminali.
Ciononostante, gli ultimi dati diffusi dall’Antimafia italiana mostrano una situazione che non accenna a migliorare. Il contrabbando di sigarette è infatti tornato a livelli preoccupante.
Il 3% delle sigarette vendute in Svizzera è di provenienza illegale
Stando ad una recente indagine del quotidiano italiano Il Sole 24 Ore, circa il 3% delle sigarette vendute in Svizzera avrebbe una provenienza illecita. Dietro a questo vasto mercato clandestino si troverebbero due organizzazioni criminali: la Camorra e la Mafia Albanese, con le rispettive ramificazioni in Italia e in altri stati dei Balcani, come Serbia, Montenegro e Bosnia-Erzegovina.
Secondo il parere dell’Antimafia Italiana, il contrabbando di sigarette avrebbe origine soprattutto nei Balcani, ed in misura minore da paesi extraeuropei, come la Tunisia ed i paesi del Golfo Persico (Emirati Arabi Uniti in primis). Una volta arrivate in Italia, le sigarette vengono smistate in centri situati nel Nord Italia, nei quali avviene la contraffazione con marchi internazionali.
Le sigarette frutto di questi traffici illeciti sono successivamente spedite oltre la dogana, ed in alcuni casi le organizzazioni criminali riescono anche ad immetterle nei circuiti della grande distribuzione.
La Pandemia di COVID-19 non sembra aver avuto effetti su questi traffici, e secondo alcuni la crisi pandemica avrebbe invece stimolato la ripresa di un traffico che anche in Italia si pensava non essere più tra i preferiti delle organizzazioni criminali.
Perché il traffico di sigarette viene spesso ignorato?
Stando al parere degli inquirenti e di alcuni media, il traffico di sigarette verrebbe sottovalutato perché considerato anacronistico e legato alla criminalità del passato.
In effetti da alcuni decenni a questa parte l’interesse della criminalità organizzata internazionale ha trovato nel traffico di stupefacenti la sua principale fonte di introiti.
Un dato preoccupante che potrebbe involontariamente favorire il proliferare di questo traffico illecito riguarda l’aumento della percentuale di fumatori in Svizzera. Stando infatti ad alcune statistiche, nel 2020 il consumo di tabacco è aumentato dell’8% rispetto al 2019. Secondo alcuni, questo è da attribuire allo stress causato dalla Pandemia.
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