C’è bisogno di mettere insieme le forze per combattere l’avanzata della Covid-19, così la Svizzera stanzia 300 milioni di franchi per un accesso più equo alle cure nel mondo.
La lotta alla pandemia da Covid-19 è al primo posto in tutto il mondo e per questo il Consiglio Federale ha deciso di sostenere, anche quest’anno, l’iniziativa “Access to Covid-19 tools accelerator” con 300 milioni di Franchi. L’iniziativa vuole migliorare l’accesso ai vaccini, ai test e ai medicinali nei Paesi in via di sviluppo, ma anche rafforzare i sistemi sanitari locali.
La pandemia da Covid-19 continua ad avere ripercussioni sanitarie, economiche e sociali in tutto il mondo, basti pensare alla situazione epidemiologica che sta mettendo a dura prova l’India e il Brasile e che crea una risonanza mondiale. Combattere il nuovo Coronavirus è sempre più difficile per i paesi in via di sviluppo, perché nonostante i grandi progressi nello sviluppo dei vaccini, dei test e delle cure in generale ancora oggi non è garantito un accesso equo alle risorse per la lotta alla Covid-19 nel mondo. Anche le nuove varianti del virus, altamente contagiose, mettono a dura prova i sistemi sanitari e gli sforzi messi in campo fino a questo momento.
Il sostegno della Svizzera all’iniziativa «Access to COVID-19 Tools Accelerator»
È interesse di tutti i paesi che la pandemia si possa controllare nel modo più rapido ed efficace possibile, anche della Svizzera – si legge nel comunicato diffuso dal Consiglio Federale – per questo il Consiglio intendere rispondere all’appello internazionale e sostenere l’iniziativa «Access to COVID-19 Tools Accelerator» (ACT-A,), nata lo scorso anno dai paesi del G20 e dalla commissione europea, stanziando 300 milioni di franchi a favore dei paesi in via di sviluppo. Dopo il supporto dello scorso anno con 75 milioni di franchi, la Svizzera continua a investire nel progetto per cercare di frenare l’avanzata della pandemia da Covid-19 nel mondo.
Come saranno utilizzati i 300 milioni di CHF?
In concreto spiega il Consiglio Federale nel comunicato stampa ⅓ dei fondi sarà destinato alla GAVI, l’organizzazione che cerca di migliorare l’accesso ai vaccini in via di Sviluppo, che ha sede a Ginevra; dal momento che GAVI ha la possibilità di acquistare i vaccini a un prezzo più basso rispetto agli altri paesi e può distribuirli nelle zone dove c’è più necessità. Parte dell’importo stanziato andrà alla ricerca, allo sviluppo e al miglioramento dell’accesso ai test e ai medicinali, si legge nel comunicato diffuso. Infine i fondi rimanenti andranno a rafforzare i sistemi sanitari locali dei paesi in via di sviluppo, con particolare attenzione alle questioni logistiche come la distribuzione dei medicinali e dei vaccini.
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