Primo ministro fino al 2020, 67 anni, è stato colpito due volte alle spalle questa mattina mentre teneva un comizio liberal democratico a Nara. A sparare, un ex militare «frustrato e insoddisfatto».
Due colpi alle spalle, sparati a distanza ravvicinata e a tre secondi l’uno dall’altro, mentre su un piccolo podio allestito quasi di fortuna in mezzo alla strada parlava alla gente di Nara in favore del candidato liberaldemocratico. Shinzo Abe, 67 anni, volto noto del Giappone di cui è stato incisivo primo ministro dal 2012 al 2020, è morto quattro ore dopo, nell’ospedale di Kashihara raggiunto in eliambulanza, il corpo coperto da un telo blu, mentre la polizia arrestava l’attentatore. «Due ferite hanno provocato due diverse emorragie - ha spiegato il responsabile del Pronto soccorso, annunciandone il decesso - Abbiamo cercato di bloccarle, ma la situazione era molto critica».
L’impegno per le elezioni del 10 luglio
Pare che Abe, intervenuto in vista delle elezioni per la Camera alta di domenica prossima, nemmeno dovesse essere questa mattina a Nara, alle ore 11,30 in Giappone, le 4,30 in Italia. O almeno la sua presenza era stata tenuta sotto riserbo fino alla sera prima, quando si era diffusa la voce della sua partecipazione al comizio.
L’omicida: ex militare della marina giapponese
A motivare l’attentato non vi sarebbero però ragioni strettamente politiche. «Non mi ha spinto un rancore contro le convinzioni politiche dell’ex primo ministro Shinzo Abe», avrebbe dichiarato Yamagami Tetsuya, 41 anni, membro dell’autodifesa marittima della Japan Self-Defense Forces (Jietai) fra il 2002 e il 2005. Sneakers, pantaloni cargo beige e polo grigia, mascherina sul volto e a tracolla un apparente obiettivo fotografico dentro cui nascondeva una doppietta a canne corte di fattura artigianale, Yamagami ha eluso la sorveglianza sparando due colpi a bruciapelo, in primo al fianco, il secono al collo dell’ex premier, che fin da subito ha smesso di dare segni vitali.
«Volevo uccidere, ho costruito ordigni da solo»
«Mi sentivo frustrato e insoddisfatto, ho sparato per uccidere costruendomi da solo la pistola e altri ordigni», avrebbe confessato ai quattro agenti che lo hanno bloccato mentre cercava, con poca convinzione, di fuggire. Secondo le dichiarazioni della polizia, ad animarlo sarebbe stato il rancore verso un’organizzazione non precisata di cui era convinto Abe facesse parte. Tutti i partiti hanno interrotto la campagna elettorale; il premier nipponico Fumio Kishida si è detto «senza parole» e ha rafforzato le misure di sicurezza in vista del voto del 10 luglio, ancora commosso per la scomparsa del compagno Pld.
La carriera politica di Abe, giovane premier
Nato nel settembre del 1954 a Nagato, nel Sud del Giappone, dopo la laurea in Scienze politiche e una prima esperienza in azienda Shinzo Abe aveva deciso di intraprendere la carriera politica all’interno del Partito Liberal Democratico, arrivando al Parlamento per la prima volta nel 1993. Nel settembre 2006 la nomina a primo ministro: il più giovane nella storia del Giappone dai tempi di Fumimaro Konoe, durante la Seconda guerra mondiale. Un’esperienza breve, conclusa nel 2007 e ricominciata poi nel 2012, quando Abe aveva ripreso la guida del Giappone per poi dimettersi nel 2020, a seguito di problemi di salute.
Lo sconcerto dell’Europa: «Sconvolgente»
«È venuta a mancare una persona meravigliosa, un grande democratico e un campione dell’ordine mondiale multilaterale - ha dichiarato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen - Questo brutale e vile assassinio di Shinzo Abe sconvolge il mondo intero». Su Twitter, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha reso omaggio alla grandezza dell’uomo. «Non capirò mai la brutale uccisione di questo grande uomo. Giappone, gli europei piangono con te».
Morto nel Paese che bandisce le armi
Si tratta solo dell’ultimo di una serie di attentati che hanno segnato la storia politica del Giappone: nel 2007 il sindaco di Nagasaki, Ito Itcho, era stato ucciso da una banda criminale, mentre nel 1992 e nel 1994 l’allora vice presidente del partito democratico Kamemaru Shin e il premier Hosokawa Morihiro erano miracolosamente scampati a colpi di arma da fuoco. Eppure, per acquistare armi in Giappone è necessario superare esami rigorosissimi e al commercio sono autorizzati soltanto pochi tipi di fucili e carabine, concessi dopo accertamenti severi della salute mentale.
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