Non si arresta la corsa del petrolio, le cui quotazioni sono ormai prossime agli 80$ al barile. Negli ultimi giorni questo fattore ha alimentato il rally di alcuni importanti titoli azionari.
le quotazioni del petrolio continuano a mantenersi ai massimi, specialmente alla luce delle ultime notizie circolate sulle scorte.
Pare infatti che negli Stati Uniti si sia registrata la contrazione più forte dal 2018 a questa parte, con poco più di 3,5 milioni di barili in meno. Le precedenti previsioni avevano individuato in 2,4 milioni di barili il potenziale deficit di scorte atteso.
Cosa sta succedendo al petrolio nelle ultime ore? Quali grandi società petrolifere hanno beneficiato di lauti rialzi a seguito delle nuove impennate dell’Oro nero?
Petrolio: scorte ai minimi e rischio di inefficienza dell’offerta
Al momento le quotazioni del Brent e del petrolio WTI viaggiano rispettivamente sui 76$ e sui 70$ al barile (dato delle ore 11:00), anche se il WTI ha leggermente perso slancio nelle ultime ore.
Come premesso, le scorte di greggio negli USA sono ai minimi da tre anni e molto dipende dai recenti eventi atmosferici che hanno interessato la regione del Golfo del Messico e gli impianti presenti in Texas e Louisiana. In base ai dati riportati dall’Energy Information Administration, le scorte di benzina negli USA sono aumentate di 3,5 milioni, di contro sono diminuite quelle dei distillati del greggio, attualmente inferiori di 2,6 milioni rispetto alle aspettative.
Nei mesi scorsi l’OPEC+ aveva scelto di aumentare il ritmo di estrazione del petrolio al fine di soddisfare il crescente aumento della domanda, ma al momento sembra che non tutti i membri dell’organizzazione siano in grado di reggere i ritmi concordati. Nazioni africane come Angola e Nigeria non possono garantire l’aumento dell’estrazione a causa delle strutture non molto performanti, mentre in Kazakistan recenti lavori di manutenzione nell’importante impianto di Tengiz hanno rallentato temporaneamente il ritmo di estrazione. A fronte di ciò, all’interno dell’OPEC+ sembrano farsi strada i timori per una possibile inefficienza dell’offerta di greggio.
I titoli petroliferi festeggiano per i nuovi massimi in borsa
Tra le società petrolifere maggiormente interessate dai rialzi azionari dovuti all’impennata del greggio si trovano le grandi compagnie USA come Chevron, ExxonMobil e Oxy. Le azioni della prima stanno sfiorando il +3% al Dow Jones, mentre quelle di ExxonMobil e Oxy stanno guadagnando rispettivamente il 2,93% e il 5,2% su base giornaliera.
In Europa le azioni del colosso olandese Shell guadagnano un timido +0,5%, mentre il colosso russo Gazprom vede il proprio valore in borsa crescere di quasi l’1%. I titoli di BP ed Eni perdono invece terreno negli scambi giornalieri, sebbene su base mensile riflettano ancora una crescita molto buona. Infatti la prima ha fino ad ora guadagnato oltre il 7% negli ultimi trenta giorni, mentre la seconda ha superato il +6,3%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter