Nella giornata di ieri, l’FBI ha perquisito una delle residenze del magnate americano, trovando documenti classificati che avrebbe sottratto prima di lasciare la Casa Bianca. Adesso è a forte rischio la sua corsa elettorale del 2024.
Nella mattinata, orario locale di lunedì l’FBI ha effettuato una perquisizione approfondita della residenza di Mar-a-Lago in Florida di Donald Trump. Durante il fatto l’ex presidente si trovava a New York, ma è stato proprio lui il primo a diffondere la notizia tramite un comunicato polemico. L’ispezione della villa in Florida sembrerebbe essere solo l’ultima operazione di una lunga indagine, volta a scoprire se Trump abbia sottratto dei documenti secretati una volta terminato il suo mandato nello studio ovale. Ad oggi, sia il dipartimento di Giustizia sia l’ufficio della Casa Bianca non hanno rilasciato dichiarazioni sull’accaduto.
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Le violazioni dell’ex presidente
Negli Stati Uniti, esiste una normativa che regola questo tipo di attività da parte di un presidente, chiamato “Presidential Records Act”, che sancisce che tute le note, lettere, memo e il resto del materiale scritto riguardante le comunicazioni d’ufficio relativamente al ruolo di presidente devono essere inviati e custoditi nell’Archivio nazionale una volta terminato il mandato.
L’ex capo di stato e magnate degli affari non è nuovo a violazioni di questo genere: lo scorso gennaio si era scoperto che Trump aveva portato con sé svariati scatoloni contendenti documenti, alcuni top-secret, riguardanti la sua attività di presidente. È stato proprio questo il fatto scatenante che ha dato il via all’indagine in corso.
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Che cosa rischia Trump
Questo risulta essere il primo caso della storia in cui l’FBI perquisisce la residenza di un ex presidente americano. Se le indagini del Bureau dovessero alla fine confermare le accuse contro Trump, quest’ultimo potrebbe rischiare grosso: la legge americana, per questo reato di furto di documentazione secretava, prevede fino a tre anni di carcere e l’esclusione dal partecipare e rivestire qualsiasi carica pubblica.
«Questo è un attacco alla mia candidatura, non vogliono che mi ripresenti nel 2024» ha prontamente commentato il tycoon con il suo inconfondibile stile personale. Trump considera l’intera operazione come un sabotaggio della sua candidatura alle prossime elezioni da parte dei democratici, suoi avversari politici. Che queste accuse siano fondate o meno, ciò che è certo è che Trump ora vede la sua corsa alla presidenza del 2024 fortemente in bilico.
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