Quali sono i paesi che nel 2020 si sono confermati i migliori paradisi fiscali extraeuropei per investitori stranieri? Andiamo a vedere da chi sono occupate le prime 3 posizioni di questa classifica.
Il termine paradiso fiscale ("Tax Haven" in inglese, traducibile come "rifugio fiscale") si utilizza nei confronti di quei paesi del mondo in cui sono in vigore normative molto accomodanti in termini di imposte dirette o indirette.
Spostare i propri capitali in un paradiso fiscale può assicurare in certi casi un alto livello di elusione fiscale, per questo motivo diversi paesi mantengono le proprie "black list" sui paesi in cui il prelievo fiscale è nulla o comunque molto basso.
In questo breve articolo analizzeremo quali sono stati i 3 paradisi fiscali extraeuropei giudicati i migliori del 2020. L’analisi prende in considerazione tre diversi fattori:
- Indice di segretezza finanziaria (FSI): valuta il livello di segretezza e volontà da parte del paese di non fornire dati bancari alle altre nazioni;
- Indice dei paradisi fiscali per le imprese (CTHI): assegna un punteggio in base alla mancata imposizione fiscale conseguente all’apertura di un’impresa nel paese di riferimento;
- Indice SINK: valuta la quantità di valore che scompare dal sistema economico di un paese giudicato paradiso fiscale;
1) Isole Vergini britanniche
Al primo posto di questa classifica troviamo le Isole Vergini britanniche, un piccolo arcipelago caraibico con lo status di territorio d’oltremare britannico. Queste isole sono da sempre una delle destinazioni preferite dagli investitori - soprattutto statunitensi - per l’incorporazione di società offshore e dei fondi d’investimento societari. La valuta utilizzata è il Dollaro USA e si stima che ogni anno siano almeno 125 Miliardi di Dollari USA gli investimenti attratti dalla Isole Vergini britanniche.
L’Indice FSI per queste isole è pari all’1,82%, il che le colloca in nova posizione. Tuttavia questo piccolo arcipelago caraibico occupa le prime posizioni sia nel ranking SINK (valore di 5.235 punti) che in quello CHTI (100/100 e 6,4%).
2) Bermuda
Anche le Bermuda sono un territorio d’oltremare britannico famoso per attrarre interessanti volumi di investimenti dall’estero. Basti pensare che circa il 75% delle grandi società USA quotate in borsa ha beneficiato o beneficia tutt’oggi del sistema fiscale dell’arcipelago, caratterizzato da un livello di tassazione praticamente nullo. Infatti alle Bermuda non si pagato tasso sui dividendi o le plusvalenza finanziarie. Uno dei pochi lati negativi dell’arcipelago è rappresentato dai dazi sulle importazioni che fanno lievitare i prezzi di determinati beni. La valuta utilizzata è il Dollaro delle Bermuda (BMD).
L’Indice FSI è pari allo 0,85%, il che vale a dire che le Bermuda si trovano in quarantesima posizione. Tuttavia nel ranking SINK le isole occupano la posizione numero 4 con 374 punti, mentre nel ranking CHTI si trovano in terza posizione con 100 punti e 5,7%.
3) Isole Cayman
In terza posizione si trovano le Isole Cayman, altro territorio d’oltremare britannico il cui nome è entrato nell’immaginario collettivo come sinonimo di paradiso fiscale. Infatti nonostante al momento occupi la terza posizione, il piccolo arcipelago è stato per anni al primo posto tra i migliori paradisi fiscali in cui aprire una società offshore, grazie soprattutto alla tassazione inesistente sui redditi da capitale e i dazi più leggeri rispetto alle Isole Bermuda (l’Oro per esempio è esente da dazi). La valuta utilizzata è il Dollaro delle Cayman (KYD).
L’Indice FSI delle Cayman è pari a 4,63% ed occupa pertanto la prima posizione. Nel ranking SINK le Cayman occupano la quinta posizione dietro le Bermuda (331 punti), mentre nel ranking CHTI si posizionano in seconda posizione con 100 punti e l’1,9%.
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