Nei recenti dibattiti politici che animano la città di Lugano, l’ente autonomo LAC – Lugano Arte e Cultura sta attirando l’attenzione di consiglieri comunali. Questi ultimi, a seguito di un’interrogazione, pongono interrogativi sulla reale natura e indipendenza di quest’ente, evidenziando il contributo annuale di quasi dieci milioni di franchi e richiamando la definizione di “autonomo”.
Un ente autonomo: cosa significa davvero?
Il termine "autonomo", utilizzato frequentemente per descrivere il LAC, suscita interrogativi e riflessioni. Secondo l’enciclopedia Treccani, un ente o un’organizzazione è considerato autonomo quando ha la facoltà di governarsi e agire indipendentemente. Tuttavia, i consiglieri comunali Luisella Fumasoli Petrini, Dario Petrini, Michele Codella e Omar Wicht, firmatari dell’interrogazione al Municipio, mettono in discussione questa definizione nel contesto specifico del LAC. Sottolineano che l’ente non sembra avere la capacità di funzionare in piena autonomia.
Riferendosi agli aspetti istituzionali, i consiglieri richiedono al Municipio di rivedere la terminologia utilizzata, sottolineando che il sostegno finanziario significativo riservato al LAC non si concilia con la definizione di autonomia. La loro richiesta si fonda sulla necessità di chiarire i confini e le responsabilità dell’ente, affinché si possa avere un quadro chiaro rispetto al funzionamento delle istituzioni culturali in Ticino. Questa discussione mette in luce la complessità delle relazioni tra enti pubblici e autonomia gestionale, con implicazioni per il futuro del settore culturale nella città.
Personale impiegato al LAC: chi lavora nell’ente culturale?
Oltre alla definizione di "autonomo", i consiglieri comunali richiedono anche dettagli relativi alle risorse umane impiegate presso il LAC. È essenziale comprendere quante persone siano attualmente occupate dall’ente e con quale grado di occupazione. Queste informazioni non solo chiariscono la struttura organizzativa del LAC, ma offrono anche un panorama sulle opportunità occupazionali che esso fornisce al territorio.
In particolare, il focus è sui profili dei lavoratori: quanti di loro sono cittadini svizzeri, quanti possiedono un permesso di soggiorno B o C, e quanti risultano essere frontalieri. Queste domande mettono in evidenza non solo la composizione demografica e professionale del personale del LAC, ma anche l’impatto economico e sociale che l’ente ha sulla comunità locale e su quella circostante.
La risposta a tali richieste da parte del Municipio rappresenta un passo importante per comprendere l’interazione tra il LAC e il mercato del lavoro locale, nonché il contributo dell’ente alla cultura e all’occupazione nella regione. Ascoltare le istanze dei consiglieri potrebbe aprire la strada a un dialogo più ampio sui temi dell’occupazione e della valorizzazione delle risorse umane nel settore culturale.
Contributo annuale: un investimento significativo per il 2024-2025
In vista dell’approvazione del preventivo da parte del Consiglio comunale, i legislatori hanno dato il via libera a un significativo contributo di 9’450’000 franchi annui per il LAC, valido per il periodo 2024-2025. Questo finanziamento rappresenta un investimento considerevole da parte del comune, che potrebbe contribuire a garantire la sostenibilità e la crescita dell’offerta culturale a Lugano.
Tuttavia, l’entità di questo contributo ha sollevato interrogativi riguardo alla gestione finanziaria dell’ente e alla sua capacità di sviluppare progetti e attività autonomamente. I consiglieri comunali evidenziano la necessità di trasparenza e rendicontazione sugli utilizzi di questi fondi, chiedendo che venga elaborato un piano dettagliato riguardo a come il LAC intende investire queste risorse.
Ogni anno, il LAC svolge un ruolo fondamentale nel panorama culturale di Lugano, ma la sua dipendenza da finanziamenti pubblici potrebbe rappresentare un ostacolo alla sua effettiva autonomia. Le istituzioni potrebbero necessitare di ridefinire le modalità di interazione e collaborazione per garantire un futuro prospero non solo per il LAC, ma per l’intero ecosistema culturale della città.
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