Completato il primo mandato in Gran Consiglio, il candidato della Lega dei Ticinesi traccia un bilancio di questa esperienza e fissa gli obiettivi in caso di rielezione.
Priorità alle esigenze del mondo agricolo e del territorio del Cantone, ma con un occhio attento e vigile sui temi caldi che riguardano la società civile di tutto il Ticino.
Si può riassumere così l’impegno con cui Sem Genini di Cresciano, nel Comune di Riviera, si ripresenta alle elezioni cantonali di domenica 2 aprile nelle fila della Lega dei Ticinesi.
Percorso amministrativo
Ricercatore scientifico, 47 anni, sposato e padre di due figli, al suo attivo vanta un’intensa esperienza nei quattro anni passati in Gran Consiglio, dove ha ricoperto incarichi di rilievo e interessanti, sia nella Commissione Costituzione e Leggi che nella Commissione Speciale Ambiente, Territorio ed Energia di cui è stato anche presidente nell’ultimo anno.
Un curriculum di peso
Un impegno istituzionale, il suo, consolidato da esperienze professionali di respiro internazionale, maturate dopo la laurea al Politecnico Federale di Zurigo che gli è valsa il titolo di ingegnere agronomo specializzato in biotecnologie e un dottorato in malattie genetiche animali.
Dopo quattro mesi dedicati allo studio nel ruolo di assistente alla Oregon State University per il dipartimento di Orticoltura, Genini ha trascorso un periodo come ricercatore al Roslin Institute, in Scozia, trasferendosi successivamente in Italia al Parco Tecnologico Padano di Lodi, e infine - sempre come ricercatore/assistente professore - per sette anni è stato alla Scuola di Medicina Veterinaria all’Università della Pennsylvania.
Oggi, dopo aver lasciato il lavoro nella ricerca, Genini ricopre l’incarico di segretario agricolo cantonale dell’Unione Contadini Ticinesi, realtà che riunisce oltre 850 aziende agricole e 33 enti affiliati legati al territorio, a cui dal 2017 si è aggiunto quello di Municipale di Riviera e dal 2019 quello di Gran Consigliere.
Nel segno della continuità
“L’obiettivo in caso di rielezione? Proseguire il lavoro svolto finora, dando voce alle istanze del settore primario nel nostro Cantone - spiega –, ma non solo. L’agricoltura in Ticino sta vivendo una fase storica decisiva, caratterizzata da molteplici difficoltà: redditi bassi, problemi legati alla crisi energetica e climatica, siccità, aumento dei prezzi delle materie prime, ecc. E’ un settore che ha bisogno di maggiori tutele e di farsi riconoscere per permettere agli operatori di proseguire nel loro lavoro con la necessaria serenità. Affermo questo, consapevole di quanto sia importante questa filiera per tutto il nostro territorio e anche il turismo, a cominciare dalla tutela e della cura del paesaggio”.
Giovani e lavoro
C’è poi l’aspetto occupazionale legato ai giovani.
“In Ticino ci sono circa mille aziende agricole, per lo più a conduzione familiare. E’ fondamentale che i giovani siano stimolati a portare avanti questa economia, garantendo il ricambio generazionale in un settore centrale per il Cantone e per la vita di tutti. Stiamo parlando di un ambito economico dinamico e imprescindibile, a cominciare dalla tutela dei prodotti locali, il famoso "km zero", verso i quali stanno crescendo la sensibilità e l’apprezzamento della popolazione e dei consumatori”.
Tutela del territorio
Per le superfici agricole utili a produrre alimenti - che occupano circa il 4% di tutto il territorio cantonale senza contare il 9% di alpeggi -, Genini, ci spiega, intende continuare a difendere e semmai ampliare questo patrimonio. Come nel caso di Valera. Non solo: “il fattore formazione è centrale: l’agricoltura è un contesto in grado di offrire opportunità concrete di lavoro. Oggi più che mai serve avere una preparazione più ampia, viste le tante leggi che coinvolgono il settore, anche in tema di sostenibilità ecologica e soprattutto economica. Per questo è in atto a livello federale un’importante revisione della formazione di base in agricoltura”.
Un impegno che parte dal Cantone
In uno scenario tanto complesso quanto delicato, ecco che il ruolo assunto da Genini nel Cantone diventa strategico, da “trait d’union”. “Gli agricoltori occupano un posto fondamentale su più livelli e chiedono di essere riconosciuti come attori economici e sociali, come ogni altra professione. Per questo occorre che il Cantone consideri sempre le implicazioni che ogni iniziativa produce, evitando di generare danni in un ambito tanto delicato. Un compito che non è sempre facile da assolvere”.
Non solo agricoltura
Nel suo ultimo mandato, Genini non si è occupato soltanto di agricoltura, incluso il progetto Viso (viticoltura sostenibile) e di migliorie strutturali per le aziende agricole, ma ha rivestito un ruolo importante in altri progetti importanti per il Cantone: le tanto discusse schede di Piano direttore
per lo sviluppo degli insediamenti, il Piano dei trasporti incluse le grandi opere viarie cantonali (vedi A2/A13 e autostrada a sei corsie nel Mendrisiotto su tutti) e il miglioramento del trasporto pubblico (maggiori frequenze e fermate) per esempio nelle 3 valli, la Perequazione finanziaria intercomunale, la revisione della Lear, i crediti selvicolturali.
“Nei prossimi quattro anni - aggiunge - ci sarà da discutere la nuova legge sulle acque, la legge edilizia e quella sui beni culturali, gli spazi verdi per i nostri figli oltre ai temi delicati riguardanti i mutamenti sociali e
culturali della popolazione e gli effetti prodotti dal cambiamento climatico”.
I grandi predatori
Sul tavolo spicca anche la questione inerente al ritorno del lupo e dei grandi predatori. “Ritengo che servano leggi più permissive nelle dinamiche della regolazione attiva del lupo. E’ evidente a tutti come il ritorno di questo predatore abbia prodotto una situazione ormai fuori controllo. Cito solo qualche dato: nel 2022 sono state registrate 298 predazioni in Ticino. Sto parlando di attacchi documentati, senza considerare gli animali dispersi e altri effetti non meno rilevanti che gli allevatori conoscono bene e che influiscono sulla salute degli animali sopravvissuti. Bene: se aggiungiamo che il 70% delle nostre aziende non sono oggettivamente proteggibili da questi attacchi, comprendiamo bene come il lupo stia seriamente minacciando la sopravvivenza di una realtà economica importantissima e secolare, ma fragile. Molte aziende hanno già chiuso o lo stanno per fare, con il conseguente abbandono di alpeggi discosti e, se non si farà nulla di concreto, corriamo veramente il rischio che da qui a qualche anno ci sia una vera e propria ecatombe con conseguenze catastrofiche. E questo non aiuta certo nemmeno la biodiversità".
Anche per questo Genini conta di poter continuare a giocare un ruolo importante in Gran Consiglio.
Sem Genini lista #13, candidato #79.
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