La statistica svizzera dei musei registra un rilevante impatto della pandemia su tutte le attività
Oltre ad avere un alto valore sociale, la cultura è un fattore di importanza strategica per la Svizzera. Con le loro attività, le istituzioni, gli eventi culturali e i musei creano un valore economico, che va a beneficio anche di molte altre aziende locali.
É proprio il panorama museale svizzero a essere stato tra i più penalizzati dalla pandemia da Coronavirus.
Nel 2020, quasi tutti gli indicatori dell’attività museale in Svizzera hanno registrato un calo rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dai dati diffusi dall’Ufficio Federale di Statistica, basati su un campione di 1053 musei.
Secondo le statistiche, si registra una diminuzione del numero di musei svizzeri rispetto al 2019, rimasti chiusi temporaneamente in particolare nella Svizzera Italiana (-13%). Le contrazioni più marcate riguardano il numero di ingressi, degli eventi e delle visite guidate.
Contrazione del numero di ingressi
Nel 2020 i musei svizzeri hanno totalizzato 8,1 milioni di ingressi, il che corrisponde a una riduzione del 43% rispetto all’anno precedente.
È impressionante come nei più importanti musei che registrano più di 50 000 ingressi, il numero sia diminuito praticamente della metà.
Dal punto di vista geografico, il calo maggiore del numero medio di ingressi per museo è quella riscontrata nella Svizzera romanda, che segna un - 48%.
Netto calo del numero di eventi
L’indicatore maggiormente colpito nell’anno della pandemia è stato quello degli eventi con una percentuale di -62%.
Rispetto agli altri anni, nel 2020 i musei hanno potuto organizzare un numero ridotto di eventi tra cui vernissage, spettacoli e conferenze: circa 14 000 contro i quasi 37 000 del 2019.
Anche il numero medio di visite guidate per museo si è ridotto di oltre la metà: nel 2020 sono state 46, mentre nel 2019 erano state 95.
Infine, le esposizioni temporanee hanno segnato una diminuzione del 31%, calo particolarmente marcato nel caso dei musei regionali e locali (–39%).
Emergono però anche delle note positive. Due terzi dei musei ha comunque potuto organizzare almeno un evento nel 2020, tra cui il 91% ha organizzato una visita guidata.
Innovazione digitale
È ancora una volta il settore del digital a segnare numeri positivi nel periodo pandemico.
Nel 2020 i responsabili museali hanno mantenuto e sviluppato la loro presenza online e la crisi sanitaria ha favorito lo sviluppo dell’offerta digitale dei musei: il 40% ha aumentato l’attività sul proprio sito web e il 36% quella sui social media.
I musei sono stati presenti online nel 2020 principalmente attraverso quattro modalità: l’invio di newsletter (56%), la pubblicazione online di opere sotto forma di immagini (43%), la comunicazione sulla vita interna al museo (41%) e la pubblicazione online di contenuti video (35%).
L’anno della pandemia ha avuto un riscontro positivo nell’ampliamento dell’offerta di contenuti online. L’aumento maggiore è stato registrato per i contenuti video: circa un quarto dei musei ha integrato la sua offerta con questa proposta.
Il 23% ha aumentato il numero di opere del museo proposte su Internet, il 22% ha aumentato le comunicazioni online sulla sua «vita interna», e il 18% ha inviato più news mail dell’anno precedente.
Con le riaperture e la ripresa di tutte le attività la situazione è destinata a riprendersi.
Secondo l’Osservatorio svizzero del turismo, oltre il 70% della popolazione elvetica visita almeno una volta all’anno un museo e i beni culturali sono considerati un motivo valido per intraprendere un viaggio in Svizzera, opinione condivisa da tutte le generazioni.
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