Il Covid ha penalizzato soprattutto le donne: avevate forse qualche dubbio?

Sara Bracchetti

23 Maggio 2022 - 11:42

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Lo studio della Commissione federale per le questioni femminili mette nero su bianco le disuguaglianze prodotte dalla pandemia e propone un elenco di interventi mirati per gestire meglio eventuali prossime crisi.

Il Covid ha penalizzato soprattutto le donne: avevate forse qualche dubbio?

Tempo di bilanci anche sul fronte della parità, o disparità, di genere, temporaneamente accantonata dinnanzi a problemi più urgenti come appunto è stato, e per il momento pare non essere più, il Covid. Il quale però non ha fatto che aggravare la questione delle diverse opportunità concesse a uomini e donne: fin dall’inizio è stato evidente infatti che la crisi non avrebbe penalizzato in maniera equale i due sessi. Con effetti più deleteri, neanche a dirlo, per la popolazione femminile.

Il disagio più evidente: le scuole chiuse

È evidente come la chiusura delle scuole, unita all’obbligo del telelavoro, abbiano messa a dura prova l’organizzazione delle famiglie, gravando in particolare sulle spalle delle madri. La Commissione federale per le questioni femminili ha incaricato il Büro Bass di effettuare però un’analisi dell’impatto di genere più ampia, per stabilire quali effetti abbiano avuto le misure di protezione e gli aiuti della Confederazione sulla vita professionale e familiare, come abbia inciso la pandemia sull’occupazione, sul reddito e sulla ripartizione delle mansioni familiari, se donne e uomini abbiano potuto usufruire in ugual misura degli aiuti della Confederazione.

Gli "effetti di genere" delle misure anti-Covid

Lo studio «Genderspezifische Effekte der staatlichen Massnahmen zur Bekämpfung des Coronavirus Covid-19» (Effetti di genere delle misure statali per combattere il Covid-19) ha così fornito indicazioni interessanti, dalle quali trarre insegnamento per il futuro. Al proposito, sono state anche formulate raccomandazioni in vista di prossime, possibili, crisi.

I figli: da gioia a problema per le madri

Come in altri Paesi, anche in Svizzera la chiusura delle strutture per la custodia extra-familiare dei figli e degli istituti di formazione ha rafforzato la ripartizione di genere del lavoro. Le donne si sono fatte maggiormente carico dell’accudimento dei bambini e hanno ridotto la loro attività professionale. Inoltre, l’obbligo del telelavoro ha in parte acuito i conflitti legati alla conciliabilità dei ruoli di madre e lavoratrice, soprattutto laddove le condizioni quadro dell’home office non erano regolamentate. A perdere maggiormente sono state le donne con i gradi di occupazione più bassi, le economie domestiche con redditi modesti e il personale domestico.

Tagli nei part-time di alberghiero e ristorazione

Grazie alla buona situazione economica e alla pronta decisione della Confederazione di erogare aiuti finanziari, è stato possibile mantenere molti posti di lavoro. Non ovunque, però: in alcuni settori l’occupazione è sensibilmente diminuita, in particolare l’alberghiero e quello della ristorazione. Anche in questo caso, a farne le spese maggiori sono state le donne, specie se impiegate con gradi di occupazione inferiori al 50%.

Guadagno ridotto e indennità insufficienti

Il livello generale dei salari sulle prime non sembrava essere sceso. Ciò nonostante, analisi approfondite hanno mostrato che nelle fasce di reddito più basse la situazione è peggiorata. Un numero importante di donne ha guadagnato meno; inoltre, alle aziende di servizi alla persona, come parrucchieri e saloni di bellezza con elevata presenza femminile, sono giunti meno aiuti del previsto sotto forma di indennità per lavoro ridotto e aiuti finanziari.

Indipendenti più fragili esclusi degli aiuti

Gli indipendenti avevano a disposizione le indennità per perdita di guadagno, ma non tutti hanno potuto soddisfare la condizione del reddito minimo richiesto per accedere agli aiuti. Neanche a dirlo, per lo più si è trattato di donne. Ma il Covid 19 ha creato anche situazioni di dipendenti completamente esclusi, in particolare tra il personale domestico costituito per quasi il 90% da donne, spesso con un reddito molto basso e uno status di soggiorno incerto. Seb­bene durante la pandemia facessero parte dei gruppi particolarmente vulnerabili, non hanno ottenuto alcunbeneficio e sono state semplicemente indirizzate all’assicurazione contro la disoccupazione.

La mancanza di dati essenziali

Dall’esame emerge come nella gestione della pandemia si sia persa l’occasione di rilevare dati di genere globali e definiti su un arco temporale completo. Per quanto riguarda per esempio il lavoro ridotto, che con 13 miliardi di franchi spesi al 2021 è stata la principale misura di aiuto della Confederazione, non è dato sapere con esattezza la ripartizione dei fondi fra donne e uomini: difficile, a questo punto, trarre insegnamenti e misure di genere utili in prossime crisi.

Un contesto di squilibri cui rimediare
Precisa la Commissione federale per le questioni femminili che «se le misure per lottare contro la pandemia hanno acuito le disuguaglianze di genere, ciò è in gran parte dovuto al fatto che sono state adottate in un contesto di squilibri già esistenti». Per questo è stata approntata una serie di raccomandazioni affinché niente di analogo possa più ripetersi.

I nove suggerimenti della Commissione federale

Nove i punti su cui ci si è concentrati, offrendo indicazioni precise. Primo: potenziare le strutture per la custodia dei figli e il loro finanziamento da parte dello Stato; secondo, definire condizioni quadro per il telelavoro, che possa essere ripartito in modo egualitario; terzo, rafforzare l’integrazione delle donne nel mercato del lavoro, introdurre il diritto dei genitori a ridurre il grado di occupazione alla nascita di un figlio per poi riportarlo al livello originario in un secondo momento; quarto, promuovere in modo mirato la riqualificazione delle donne e valorizzare il lavoro a basso salario; quinto, tenere conto delle esigenze delle piccole imprese nei settori tipicamente femminili, per quanto riguarda i servizi alla persona attualmente sottorappresentati; sesto, offrire un aiuto specifico al personale domestico; settimo, raccogliere e valutare dati specifici di genere, per un’analisi più approfondita e uno studio mirato delle possibili soluzioni; otto, progettare le misure di intervento in caso di crisi nel rispetto del genere; nove, rafforzare la resilienza dell’economia e della società con più uguaglianza.

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