Automotive in forte difficoltà in Svizzera e non solo. A settembre 2021, i paesi dell’Unione Europea avevano registrato una flessione dell 25,2% rispetto a settembre 2020.
Come sta avvenendo nel resto dell’Europa, il mercato dell’automotive è in forte difficoltà anche in Svizzera.
Secondo i dati diffusi dall’Ufficio federale di statistica (UST), a ottobre 2021 nella Confederazione sono stati immatricolati 21’252 nuovi veicoli a motore, il 22% in meno rispetto allo stresso mese dell’anno precedente. Nel Canton Ticino la flessione si è attestata intorno al 23%.
Se si restringe l’analisi alle sole autovetture, poi, la contrazione rispetto all’anno precedente è raggiunge il -28%. A pagare maggiormente la penalizzazione sono i veicoli diesel (-63%) e quelli benzina (-40%). In controtendenza, le vetture ad alimentazione ibrida (+3%) ed elettrica (+45%) .
Le ragioni della crisi
La difficile situazione rilevata in Svizzera, è condivisa con quella che sta vivendo tutto il settore automotive negli altri Paesi europei, dove il mercato dell’auto è in caduta libera da diversi mesi. A settembre 2021, i paesi dell’Unione Europea avevano registrato una flessione dell 25,2% rispetto a settembre 2020.
Crisi dell’auto: mancano i chip, ma non solo.
Seppure l’economia in generale stia dando importanti segnali di ripresa, quello dell’auto rimane uno tra i mercati che più di tutti stenta a decollare, con risultati in netta controtendenza rispetto a quelli registrati nella stragrande maggioranza dei settori produttivi. Le ragioni di questa debacle sono varie. La più importante riguarda la crisi della componentistica avanzata, a cominciare dai chip.
Molti esperti sostegno - l’ipotesi è da approfondire - che anche l’estrema attenzione rivolta alle tematiche ambientali e all’azzeramento della CO2, stia mettendo in difficoltà molti acquirenti che preferiscono rinviare l’acquisto della nuova auto, incerti sul destino dei modelli tradizionali diesel e benzina.
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