Ad agosto in Svizzera si è registrato un nuovo aumento dell’Inflazione, sia su base mensile che annua. Cosa rivelano le analisi dell’UST circa questo fenomeno?
In Svizzera i prezzi sono tornati a crescere. Stando alle ultime analisi dell’Ufficio federale di Statistica (UST) i consumatori svizzeri non sarebbero così penalizzati come i loro omologhi degli altri paesi europei, tuttavia la progressione dell’Inflazione su base mensile e annuale esiste e non può essere ignorata.
Cosa mostrano i dati raccolti dall’UST? Di quanto sono aumentati i prezzi dei beni locali e qual è stato invece l’incremento medio dei beni d’importazione? A queste e altre domande si cercherà di rispondere nei successivi paragrafi.
Inflazione in Svizzera: +0,2% rispetto a luglio, va meglio del previsto
L’Ufficio federale di Statistica ha confermato l’aumento dello 0,2% dei prezzi rispetto al mese di luglio. Sebbene si tratti della quinta progressione di fila, questo dato si è rivelato di molto inferiore a quanto osservato nei mesi precedenti. Infatti a luglio la variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo era stata pari allo 0,7% rispetto al mese di giugno, mentre il mese precedente il dato era stato pari allo 0,6%. Rispetto ad agosto 2020 la progressione ha invece toccato lo 0,9%.
L’aumento dell’Inflazione in Svizzera appare alquanto contenuta se paragonata a quella registrata nelle altre economie avanzate, prima fra tutti quella statunitense. Infatti negli USA l’aumento dei prezzi è stato pari al 5,4% in base alle ultime rilevazioni, mentre nei paesi UE che fanno parte dell’Eurozona le ultime rilevazioni mostrano un salto avanti pari al 3%.
Occorre ricordare che in Svizzera l’Inflazione è stata segnata per anni da valori negativi. Nel 2014 per esempio i prezzi sono complessivamente diminuiti dell’1,1%, mentre il dato più alto nei cinque anni che hanno preceduto la pandemia non è stato superiore allo 0,9% del 2018 (valore coevo a quello annuale nel mese di agosto).
Quali beni sono aumentati di più e quali di meno?
In una nota l’UST ha precisato che nel mese di agosto il rincaro maggiore lo hanno registrato i beni importati dall’estero, i cui prezzi sono complessivamente cresciuti dello 0,3%. I prezzi legati ai prodotti locali sono invece aumentati dello 0,2%.
Se però si considerano i 12 mesi precedenti, i prezzi dei beni importati sono aumentati di oltre il 2%, mentre i beni nativi non sono andati oltre lo 0,5% di rincaro. Beni riguardanti prodotti alimentari di stagione, carburante ed energia sono cresciuti più degli altri (+0,2% rispetto a luglio e +0,4% rispetto all’anno scorso).
Gli analisti dell’UST hanno poi precisato che se calcolati in base alle metodologie UE, i rincari dei beni nativi e dei beni importati sarebbero pari rispettivamente a +0,2% e +0,8%.
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