Il comitato promotore dell’iniziativa "No ai media finanziati dallo Stato" ha comunicato il raggiungimento delle 50.000 firme sufficienti per poter indire il referendum. Cosa prevede il quesito e quando si voterà?
Lo scorso giugno il parlamento svizzero aveva approvato un piano di sussidi per i media svizzeri d’importo pari a 150 Milioni di Franchi svizzeri .
Questa decisione del parlamento aveva però suscitato la forma opposizione di una parte dell’opinione pubblica, secondo la quale il finanziamento pubblico dei mezzi d’informazione avrebbe rappresentato un pericolo per la tenuta democratica, oltreché una scelta di dubbia costituzionalità.
Ora il comitato promotore del referendum contro il piano di sussidi ha annunciato di aver raccolto le firme sufficienti per chiedere un referendum abrogativo. Cosa prevede il quesito referendario e qual potrebbe essere la data in cui gli elettori dovranno pronunciarsi a favore o contro l’iniziativa?
Sussidi ai media: cosa prevede il piano di aiuti del parlamento?
Come anticipato nel paragrafo introduttivo, il pacchetto di aiuti stanziato dal parlamento è pari a 150 Milioni di Franchi svizzeri.
Di questi 150 Milioni l’80% (120 Milioni di Franchi) è stato stanziato al fine di favorire la distribuzione di giornali e riviste cartacee, mentre il restante 20% (30 Milioni di Franchi) servirà per potenziare i media online e favorire la transizione digitale di quelle testate giornalistiche che non hanno ancora una grande presenza online.
Ogni media riceverà sussidi in misura del proprio fatturato, con un limite pari al 60% di quanto dichiarato ai fini fiscali. Anche le testate giornalistiche di grandi dimensioni potranno beneficare di tali sussidi.
Iniziativa contro i sussidi di stato ai media: le ragione del "No"
Il comitato promotore dell’iniziativa denominata "No ai media finanziati dallo Stato" è composto da 72 parlamentari esponenti di partiti quali il PLR, l’UDC e il Centro, affiancati da esponenti del mondo dell’imprenditoria digitale, editori, giornalisti ed esperti di mas media.
Secondo le argomentazioni del comitato, i sussidi stanziati dal parlamento potrebbero portare alla "statalizzazione" dei mezzi d’informazione, elemento che contraddistingue i paesi in cui sono presenti regimi ibridi o non democratici. Numerosi giornalisti affermano che i sussidi invoglierebbero alcune testate giornalistiche a non riportare notizie oggettive, incluse le opinioni espresse contro determinate misure. In molti temono anche che questa dipendenza economica dallo stato possa portare i media ad adottare misure di allontanamento nei confronti di personalità non allineate con una determinata linea politica.
La raccolta delle 50.000 firme necessarie per portare il quesito alle urne si è conclusa con un mese di anticipo rispetto alle previsioni iniziali. Per il momento non si conosce ancora la data del voto, ma si pensa possa essere individuata nel mese di febbraio.
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