Il prezzo del carburante ha raggiunto i massimi dal 2013 in Italia: in una settimana un euro in più per il pieno.
In Italia, l’aumento del prezzo del carburante non si ferma e colpisce direttamente il portafoglio delle famiglie.
Il prezzo medio della benzina in modalità self è infatti aumentato di 2,43 centesimi rispetto alla scorsa settimana (da 1,754 euro a 1,778), raggiungendo il massimo da settembre 2013. Quello del gasolio è cresciuto di 2,69 centesimi (da 1,620 a 1,647). Stabile invece il Gpl, da 0,817 euro a 0,816.
Anche il gasolio da riscaldamento è salito di 2,92 centesimi (da 1,436 a 1,466).
Questi i dati diffusi del Ministero della Transizione ecologica.
I rincari
Secondo l’Unione Nazionale Consumatori in una sola settimana il rincaro per un pieno di carburante da 50 litri è di oltre 1 euro, 1 euro e 22 cent per la benzina e 1 euro e 35 cent per il gasolio.
In meno di un mese, dall’inizio dell’anno, un litro di benzina è aumentato di quasi 6 cent (5,90), pari a 2 euro e 95 cent a pieno, il gasolio di oltre 6 cent (6,18), equivalenti a 3 euro e 9 cent per un rifornimento, pari a 74 euro su base annua.
Le implicazioni dell’aumento
L’aumento del costo della benzina e del gasolio si ripercuote sui costi di numerosi prodotti al dettaglio e sull’inflazione, già alta anche in altri paesi europei come la Germania e la Svizzera.
In Italia, infatti, l’85% dei prodotti arriva sugli scaffali tramite la strada, e un rialzo del prezzo del carburante comporta inevitabilmente il rincaro della merce. Inoltre, nel Paese i costi per il trasporto merci sono superiori dell’11% rispetto alla media europea per un valore di 13 miliardi all’anno.
Secondo Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, l’aumento è destinato a contagiare l’intera economia perché se salgono i prezzi del carburante si riduce il potere di acquisto degli italiani che hanno meno risorse da destinare ai consumi, mentre aumentano i costi per le imprese.
A subire gli effetti dei prezzi dei carburanti è anche l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano a incidere fino dal 30% al 35% sul totale dei costi per frutta e verdura.
In totale, a causa dei rincari, il balzo su base annua è pari a 363 euro per la benzina e a 361 euro per il gasolio: un salasso per famiglie e imprese già schiacciate dal caro-bollette.
Il confronto con la Svizzera e i Paesi confinanti
Se in Italia la benzina costa 1,778 euro, il Diesel 1,647 euro e il GPL 0,816 euro al litro, in Svizzera i prezzi sono rispettivamente di 1,630 euro, 1,708 euro e 1,068 euro, inferiori anche a quelli dei Paesi confinanti come Germania e Francia.
L’unica eccezione è l’Austria: qui la benzina costa 1,433 euro, mentre il Diesel 1,424 euro.
Ciò che emerge è dunque che fare benzina nel nostro Paese è conveniente e lo dimostra il fenomeno da sempre diffuso dei “frontalieri del pieno”, ovvero coloro che scelgono di fare rifornimento oltre confine, che non conosce alcuna crisi.
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