Eurozona al 5,1%: ben 0,7 punti percentuali in più del 4,4% previsto dagli analisti. Colpa dei prezzi di energia e generi alimentari. Oggi riunione della Bce.
Impennata dei costi dell’energia, incrementi importanti dei prezzi dei generi alimentari: basterebbe già solo questo a spiegare il perché di un’inflazione che, a gennaio, ha raggiunto livelli record nella zona euro. Non fosse che il quadro è anche molto più complicato.
Crescono anche i costi dei servizi
L’energia ha toccato il 28,6%, complici i venti di guerra in Ucraina che minacciano il futuro delle forniture. Gli alimenti non trasformati hanno accelerato al 5,2%. Anche i costi dei servizi hanno continuato ad aumentare del 2,4%. Una crescita imprevista, in spregio alle aspettative della Banca centrale europea che scommetteva su un rallentamento. I funzionari insistono sul fatto che si tratti di una situazione temporanea, ma di fatto le opinioni non cambiano i numeri e le loro conseguenze.
Oggi la risposta della Bce
La lenta crescita del manifatturiero non aiuta a equilibrare le sorti: si arriva così a un lieve e ulteriore incremento dell’inflazione rispetto al già importante +5% di dicembre. Il 5,1% di gennaio è tutt’altro che insignificante, se raffrontato ai pronostici di un 4,4%. Oggi è prevista una riunione della Bce per decidere come intervenire. La domanda che resta sospesa è: dovremo aspettarci un’inflazione transitoria?
Attesa una stabilizzazione a fine anno
Secondo quanto affermato dalla presidente Christine Lagarde, l’inflazione dovrebbe continuare a restare elevata nel breve termine, prima di cominciare a rallentare e stabilizzarsi al di sotto dell’obiettivo del 2% alla fine dell’anno. La governatrice ha già ribadito che un aumento dei tassi non sarebbe la risposta giusta; gli economisti sono concordi sul fatto che sia necessario provare a ridurre gli acquisti di attività, mantenendo i tassi di interesse invariati a livelli negativi.
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