La Confederazione prepara cospicui investimenti per farmaci anti-COVID da utilizzare congiuntamente ai vaccini. A quanto ammontano gli investimenti totali?
Nella lotta al coronavirus i vaccini da soli non bastano, per quanto rappresentino uno strumento utilissimo a salvare vite e prevenire la diffusione dei contagi. Al pari di moltissimi altri paesi europei e non europei, anche la Svizzera si prepara a fare scorta di una moltitudine di farmaci impiegati contro la malattia COVID-19, soprattutto di anticorpi monoclonali.
A quanto ammontano gli investimenti totali che Berna intende destinare agli approvvigionamenti di farmaci e alla ricerca per la creazione di nuove terapie?
Berna: pronti 50 Milioni di Franchi per farmaci e ricerca
Secondo quanto si apprende da fonti governative, sul tavolo sarebbero già pronti 50 Milioni di Franchi d destinare alla ricerca e agli approvvigionamenti di terapie contro la COVID-19.
Il nostro paese ha già concluso contratti per un totale di 10 milioni di dosi di farmaci anti-COVID. Solo nella scorsa settimana sono stati ordinate 3.000 dosi di un farmaco sviluppato dall’azienda ticinese Humbas, mentre ad aprile erano già stati inviati ordini relativi a 3.000 dosi di un anticorpo monoclonale sviluppato dalla multinazionale basilese Roche.
Se da un lato si continua a spingere molto sul fronte della vaccinazione - assicurando l’arrivo entro i tempi prestabiliti dei vaccini di Pfizer e Moderna - dall’altro si vuole garantire la qualità delle cure per quei pazienti che hanno sviluppato sintomi severi della malattia. Occorre sottolineare che al momento nel nostro paese sono circa un centinaio i soggetti che hanno avuto bisogno del ricovero in ospedale a seguito della comparsa di sintomi dell’infezione da SARS-CoV-2.
Cure contro la COVID: costi non accessibili a tutti
I costi della maggior parte di questi medicamenti non sono certo alla portata di tutti. Infatti secondo le parole del Dr. Pietro Antonini - responsabile dell’ambulatorio Long COVID della Clinica Moncucco di Lugano - alcuni casi una singola dose può arrivare a costare anche 2.000$.
Il Dr. Antonini ha ribadito che prevenire la malattia resta l’obbiettivo primario delle autorità, ma qualora questo non sia possibile è necessario adoperarsi anche al fine di abbassare il prezzo di determinati trattamenti che possono veramente fare la differenza se somministrati nelle fasi iniziali della malattia.
Su questo tema erano intervenuti anche i rappresentanti di "Medici senza frontiere", ONG che è sempre stata favorevole alla temporanea sospensione dei brevetti sui vaccini o farmaci anti-COVID al fine di favorirne la diffusione nei paesi in via di sviluppo. Ricordiamo che in alcuni zone del mondo la vaccinazione completa riguarda meno del 10% della popolazione, e il tasso di mortalità tende a presentarsi molto alto anche tra i più giovani.
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