Volantini, opuscoli e giornali gratuiti su carta sono sempre meno.
"La perdita di questi ordini, insieme al costante calo della pubblicità fisica, significa che possiamo gestire la nostra organizzazione di consegna solo in perdita". Così Daniel Truttmann CEO di DMC (Servizio di invio postale pubblicitario della Posta) evidenzia la necessità di chiudere l’attività. La Direct Mail Company AG si occupa di invii pubblicitari di massa per volantini, opuscoli e giornali omaggio. Negli ultimi anni le commesse della societò sono diminuite per via dell’espansione della pubblicità online. Così, a partire da giugno 2024, la compagnia ha deciso di chiudere e di affidare le commesse legate a questa forma di invii direttamente alla Posta.
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La situazione della DMC
Se da un lato l’Unione Europea combatte Google e Meta risente della crisi, la pubblicità tradizionale e generalista su carta vive da anni una riduzione delle richieste da parte di aziende e privati.
"Negli ultimi anni abbiamo lavorato intensamente sulla nostra efficienza, riducendo i giorni di consegna e unendo le sedi. Purtroppo a lungo termine potremmo gestire le nostre consegne solo in perdita perché non possiamo ridurre i nostri tragitti" prosegue Truttmann. Purtroppo questo non sarebbe bastato. La decisione di chiudere ufficialmente nel giugno 2024 è necessaria per dare tempo agli uffici della Posta di organizzarsi per offrire anche questo servizio e di adeguarsi alle richieste rimaste. Il taglio dei posti di lavoro sarebbe di 422 persone, senza contare i 3855 distributori con un carico di lavoro da 3 a 8 ore settimanali al quale si devono aggiungere i 72 collaboratori dal 70% al 100%. Resterebbero solo i 132 addetti alla distribuzione della sede di Basilea.
"Con le nostre misure non siamo riusciti a compensare il calo. Non vediamo quindi altra opzione se non quella di compiere questo passo doloroso, subordinatamente al processo di consultazione. I tagli di posti di lavoro previsti sono tutt’altro che facili per noi. Anche se il carico di lavoro è molto ridotto, questi posti di lavoro rappresentano importanti fonti di reddito aggiuntive per le persone colpite. Ora stiamo facendo tutto il possibile per sostenere le persone colpite nel modo più completo possibile" conclude Truttmann.
La digitalizzazione tra le cause
La digitalizzazione è una delle cause del fenomeno. La pubblicità su carta è generalista e si può applicare oggi solo su alcuni settori (alimentare, casalinghi, ecc.) dove il target è molto ampio. La pubblicità online consente di raggiungere un pubblico mirato e potenzialmente interessato a un servizio dedicato. I costi della pubblicità digitale sono più bassi rispetto a quelli della cartacea e questo non dipende dalla professionalità e dalla competenza dei lavoratori.
Il disinteresse dei cittadini su questi servizi
Lo scorso maggio il 61% degli svizzeri dichiarava di non volere pubblicità cartacea all’interno della cassetta postale e di sentirsi infastidito quando la trova. Questo non vale per la pubblicità politica, che viene considerata dagli utenti una comunicazione di servizio.
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