Secondo quanto riportato dall’UFAS, tra gennaio e maggio sono state circa 650 le richieste per la pensione d’invalidità richieste da pazienti Long COVID. Cosa è successo?
Si parla sempre più spesso di quei pazienti guariti dalla COVID-19 che per molti mesi manifestano stati di sofferenza. La sindrome "Long COVID" è ormai un disturbo conclamato che affligge sempre più svizzeri. In alcuni casi si manifesta con sintomatologia molto lieve (mal di testa, affaticamento muscolare, depressione), ma in altri può persino portare all’impossibilità di svolgere azioni elementari, minando l’autosufficienza dell’individuo.
Secondo quanto riportato dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), nei primi sei mesi dell’anno sarebbero giunte più di 650 richieste relative all’assicurazione d’invalidità per pazienti Long COVID. Al momento non si può ancora sapere se questo numero sia destinato a crescere, ma cosa sta succedendo nello specifico?
UFAS: nel primo semestre 2021 oltre 650 richieste da pazienti Long COVID
Come riportato nell’introduzione, l’Ufficio federale delle assicurazioni ha già registrato ben 656 richieste provenienti dai pazienti Long-COVID. Queste richieste hanno rappresentato poco più del 3% delle nuove richieste pervenute. L’anno precedente non si erano registrate domande di questa natura.
I portavoce dell’Ufficio federale per le assicurazioni sociali riferiscono che al momento non è possibile prevedere l’evoluzione futura di questo fenomeno. Dopotutto, i pazienti che soffrono di sindrome Long-COVID sono il più delle volte soggetti che hanno sopportato molte settimane o mesi di ospedalizzazione.
Ne segue che statisticamente parlando si tratta di una categoria minoritaria tra gli svizzeri che sono stati contagiati dal coronavirus. Secondo rilevazioni recenti, circa il 25% degli svizzeri che hanno sviluppato sintomi severi di infezione virale soffrirebbero di disturbi post-malattia.
UFAS: già istituito un sistema di monitoraggio negli uffici
Tuttavia fonti dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali rendono noto che sono già stati presi provvedimento volti a studiare e monitorare la situazione.
Negli uffici dell’UFAS saranno infatti istituiti dei sistemi di monitoraggio che sfruttano l’Intelligenza Artificiale, al fine di analizzare ogni richiesta che giunge e riportare le statistiche relative all’incidenza di determinate invalidità riconducibili alla COVID-19,
Il direttore aggiunto dell’Ufficiale federale delle assicurazioni sociali Dr. Stefan Ritler ha reso nota la sua fiducia nei confronti della scienza per poter individuare un trattamento adeguato per alleviare i disturbi che si manifestano più frequentemente nei soggetti Long-COVID. Con la buona progressione della vaccinazione e la costante riduzione delle ospedalizzazioni, è tuttavia plausibile ipotizzare che la sindrome Long-COVID possa presentarsi con minor frequenza nel corso del 2022.
Ritler si è anche espresso circa le numero domande ricevute, affermando che per il momento non si può già sapere con certezza quanti potranno essere accolte e quanto invece andranno incontro a un rifiuto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter