Meno donne in corsa per la successione: i nomi più promettenti nella politica svizzera

Redazione

19 Gennaio 2025 - 13:18

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L’assenza di donne nella successione politica svizzera solleva interrogativi sulla rappresentanza di genere, con Isabelle Chassot esclusa e una predominanza di candidati maschili, evidenziando la necessità di maggiore equità.

Meno donne in corsa per la successione: i nomi più promettenti nella politica svizzera

Le recenti discussioni sulla successione politica in Svizzera hanno evidenziato una sorpresa: l’assenza di figure femminili nel panorama dei candidati. L’unica donna finora menzionata, Isabelle Chassot, non sembra più essere in lizza, lasciando il campo libero a una predominanza di candidati maschili. Tra i nomi che risaltano ci sono alcuni politici con una lunga carriera alle spalle, e questa situazione solleva interrogativi sulla rappresentanza di genere nella politica nazionale.

Chi è Isabelle Chassot?

Isabelle Chassot, ex direttrice dell’Ufficio Federale della Cultura, rappresentava una delle poche alternative femminili nel dibattito attuale sulla successione politica. Originaria di Friburgo, ha una carriera ricca di successi e una vasta esperienza nella gestione di questioni culturali e politiche in Svizzera. Tuttavia, a meno di ripensamenti dell’ultima ora, la sua esclusione dalla corsa pone una questione non irrilevante: perché sono così pochi i nomi femminili in corsa per queste posizioni influenti?

Gli uomini in corsa

La lista dei potenziali candidati è dominata da uomini, due dei quali provengono dal Canton Grigioni. Martin Candinas, 44 anni, è un consigliere nazionale dal 2011 e ha ricoperto il ruolo di primo cittadino della Confederazione nel 2023. La sua esperienza e la sua giovane età lo rendono un candidato intrigante per chi cerca un rinnovamento nel panorama politico. Un altro nome rilevante è quello di Stefan Engler, 64 anni, che ha una lunga carriera politica alle spalle, avendo ricoperto in passato il ruolo di consigliere di Stato e attualmente sedendo nella Camera alta.

Altri nomi e fattori da considerare

Accanto a Engler, un altro nome spesso citato è quello di Pirmin Bischof, 65 anni, anche lui consigliere agli Stati. Tuttavia, la sua età è vista come un potenziale svantaggio nella corsa alla successione. La politica svizzera, infatti, sembra sempre più orientata verso candidature giovani e dinamiche, in grado di portare nuove idee e una visione moderna per il futuro del paese.

L’assenza di donne significative in questa fase della successione richiama attenzione su una realtà più ampia: la difficoltà di inserire le donne in ruoli di vertice nella sfera politica svizzera. Ci si chiede, dunque, se ci siano misure necessarie da attuare per promuovere una maggiore equità di genere e garantire che anche le donne abbiano spazio nel dibattito politico nazionale.

Il futuro della politica svizzera potrebbe quindi dipendere non solo dai candidati in corsa, ma anche da un’attenzione crescente verso la diversità e la rappresentanza, un aspetto che potrebbe diventare cruciale nella formazione di una leadership più inclusiva.

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