Le borse asiatiche e statunitensi sono ancora caratterizzate da scambi misti, con i listini cinesi che si rialzano mentre in Giappone salgono i timori a poche settimane dalle Olimpiadi. Negli USA torna invece lo spettro del tapering.
Anche la giornata di oggi si prospetta caratterizzata dall’incertezza e dalla cautela. Gli investitori asiatici e statunitensi si trovano nuovamente davanti a un bivio, complici la preoccupante diffusione della variante Delta a meno di 20 giorni dall’apertura dei Giochi Olimpici di Tokio 2020 e le nuove notizie relative a una possibilità rivalutazione delle politiche della Fed sui tassi d’interesse e gli stimoli monetari.
Analizziamo più da vicino cosa sta succedendo nelle borse asiatiche e statunitensi.
Asia: titoli cinesi risollevano la testa, crollano Tokio e Seul
Le borse cinesi hanno chiuso positive, con Shanghai che balza ina vanti dello 0,66% mentre Shenzhen chiude la seduta con un +1,86% che lo incorona come il listino più tonico del continente. Il listino in questione ha tamponato le perdite dell’ultima settimana, tornando ai livelli del 1 luglio.
A Hong Kong la situazione appare diversa, con le azioni quotate allo Hang Seng che scendono complessivamente dello 0,42%. La situazione peggiore si registra però in Giappone, paese che tra meno di un mese ospiterà le Olimpiadi. I rischi legati al contagio da variante Delta stanno mettendo sempre più in allerta le autorità, che ora stanno riflettendo su nuove restrizioni per contenere il contagio. I timori si sono abbattuti sul Nikkei, che oggi è sprofondato dello 0,96%. Anche a Seul il KOSPI ha chiuso la seduta con segno negativo, arretrando dello 0,6%.
USA: Fed non chiude le porte ai falchi del tapering, arrancano le borse
Negli USA la Federal Reserve è ancora una volta il "Kingmaker" della giornata a causa delle voci che darebbero come plausibile una parziale apertura del Presidente Fed Powell nei confronti dell’ala più radicale che auspica un allentamento degli stimoli monetari nei prossimi mesi. Powell comunicherà nei prossimi giorni le sue decisioni, ma per ora gli investitori non sembrano nutrire molta fiducia nei prossimi comunicati.
A Wall Street infatti solo il NASDAQ scambia positivo (+0,16%, dato delle ore 10:00), mentre S&P500 e Dow Jones perdono rispettivamente lo 0,2% e lo 0,6% (dati delle ore 10:00). Tra i titoli meno performanti del Dow Jones troviamo quelli delle aziende petrolchimiche, danneggiate anche dalle attuali impennate delle quotazioni di greggio, e quelli delle aziende legate all’industria e alla lavorazione delle materie prime.
I rendimenti decennali del Tesoro USA hanno registrato il peggior ribasso dal mese di febbraio, perdendo 8 punti base e attestandosi attorno all’1,38%. Sul fronte delle materie prime l’Oro si mantiene sopra i 1.800$ all’oncia, dato che alimenta le aspettative di una parte consistente di investitori.
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