I principali listini asiatici scambiano misti a causa delle incertezze legate all’energia, fattore che in questi giorni ha quasi messo in ombra la crisi di Evergrande. Cosa si aspettano gli analisti?
Dopo il terremoto finanziario legato alle vicende di China Evergrande Group, ora è la crisi energetica a gettare nel caos i listini asiatici.
Mentre a Hong Kong le rassicurazioni del governo cinese sui possibili aiuti al settore immobiliare ha mandato in rally le azioni, nei listini della Cina continentale la situazione è più eterogenea. I progressivi rialzi di petrolio e gas naturale stanno infatti lentamente mettendo con la testa al muro l’industria del Dragone, con annesse conseguenze per gli investitori.
Anche nei listini USA la situazione è abbastanza delicata, ma cosa succede ne dettaglio?
Asia: azioni cinesi miste, si teme per la mancanza di elettricità
Come premesso nell’introduzione, in Asia i listini principali si muovono a più velocità. Se da un lato Hong Kong e Shanghai guadagnano terreno, dall’altro il listino di Shenzhen perde punti e si dimostra ancora scosso dalla crisi causata da Evergrande. Attualmente infatti le azioni quotate nel listino cantonese stanno chiudendo le contrattazioni in calo complessivo dello 0,21%, mentre a Hong Kong e Shanghai i listini hanno chiuso rispettivamente a +1,2% e +0,54%. Per Evergrande si apre ora una fase delicatissima, dato che i regolatori cinesi hanno avviato delle indagini sui suoi depositi, fornendo alla società non più di 30 giorni per pagare le proprie cedole obbligazionarie.
In questo momento la Cina sta fronteggiando anche la continua mancanza di energia elettrica, elemento che sta limitando la produzione in molti grandi centri industriali del paese. Basti pensare che anche le fabbriche fornitrici di Apple stanno rallentando la produzione. In alcune zone del paese come il Nordest sembrerebbero essere molto colpite da fenomeni quali blackout e malfunzionamento degli apparecchi elettronici, elementi che potrebbero ripercuotersi negativamente sui mercati finanziari.
Anche il Nikkei di Tokio e il KOSPI di Seul mostrano segnali di debolezza. Infatti entrambi i listini hanno chiuso in negativo la seduta, arretrando rispettivamente dello 0,19% e dell’1,14%.
USA: listini a più velocità e nuovo record del petrolio
Negli USA i listini principali riflettono l’incertezza che sta caratterizzando i mercati finanziari mondiali. Mentre NASDAQ e S&P500 arretrano rispettivamente dello 0,81% e dello 0,28%, il Dow Jones chiude in netto rialzo dello 0,21%, dopo aver però raggiunto anche +0,5% nelle prime ore di contrattazione.
Il petrolio ha influenzato notevolmente i listini USA, considerando che sono state proprio le società petrolifere o petrolchimiche a registrare i rialzi più grandi. Al momento il Brent ha raggiunto gli 80$ al barile, mentre il petrolio WTI scambia sopra i 76$ al barile.
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