Il Bitcoin è più volte finito sotto accusa per essere lo strumento prediletto per finanziare attività criminali, seppur in realtà la maggior parte dei criminali abbiano ormai scelto da anni un’altra criptovaluta per le loro attività illecite: Monero.
Monero è una criptovaluta per certi aspetti abbastanza anonima, tanto da non esser quasi mai finita sui notiziari o sulle prime pagine dei giornali quando si parla di criptovalute e Blockchain.
Eppure questa altcoin approdata nel CoinMarketCap nel 2014 presenta alcune caratteristiche che nel corso degli anni l’hanno portata a essere preferita al Bitcoin da molte organizzazioni criminali che operano nel Dark Web.
Ma cosa rende Monero superiore al Bitcoin? E quali sono invece i limiti che hanno portato questa criptovaluta a non essere una delle più performanti del mercato?
Monero: breve storia e caratteristiche di una delle criptovalute più anonime sul mercato
Creata nel 2014, Monero (XMR) deve il suo nome a una parola presa dall’Esperanto (una lingua artificiali sviluppata verso la fine dell’800), che sta a significare proprio "Moneta".
Fino al 2016 Monero non valeva che pochi centesimi, ma già agli inizi del 2017 iniziò a guadagnare molto terreno sfruttando la grande spinta del primo rally di Bitcoin. La criptovaluta raggiunse il suo primo massimo sopra i 100$ nell’agosto del 2017 (121$ di quotazione, ma in alcuni exchange si trovavano ordini di acquisto anche doppi), salvo poi toccare i 360$ nel dicembre del 2017. Lo scorso mese Monero ha raggiunto un nuovo massimo sopra i 400$, salvo poi rintracciare all’attuale valore di circa 280$.
La grande particolarità di Monero risiede nella sua Blockchain, la quale maschera i dettagli di ogni transizione effettuata. Facendo un confronto con Bitcoin, se si inviano 10 BTC a un determinato Wallet sarà sempre possibile visionare questa transazione. Se invece si inviassero 10 XMR, non solo non sarebbe possibile visionare gli indirizzi coinvolti nella transazione, ma anche lo stesso importo inviato sarebbe ignoto.
Alla luce di quanto riportato, appare abbastanza ovvio il motivo che ha spinto nel tempo molte organizzazioni criminali a puntare su Monero anziché su Bitcoin.
I limiti di Monero che ne ostacolano la diffusione
In base a quanto riportato nel paragrafo precedente ci si potrebbe aspettare un’adozione massiccia di XMR, non solo da parte di soggetti con attività illecite, ma anche da parte di comuni investitori intenzionati a eseguire operazioni di trading su una criptovaluta altamente proficua.
Eppure il Monero non ha mai incontrato i gusti di una parte consistente di traders, sebbene al pari di altre alticoin ha comunque aumentato il proprio valore negli ultimi anni.
Sono due i principali limiti che hanno impedito a Monero di seguire una crescita come quella di Bitcoin o di altre criptovalute come Ethereum o BinanceCoin:
- L’assenza di XMR nei principali wallet regolamentati, che ha contribuito a ridurne la liquidità e la circolazione.
- La pessima fama che si è guadagnato negli anni in alcuni ambienti.
Per ora quindi Monero sembra avere ancora molta strada davanti a sé per riuscire a liberarsi della nomea di criptovaluta dei malfattori e spiccare il volo.
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