Gli ultimi studi di fase III hanno confermato l’efficacia del siero americano di Novavax contro il coronavirus e le sue varianti. Perché quasi nessuno ne parla? Cosa rende il vaccino di Novavax così efficace?
Il vaccino contro la COVID-19 sviluppato dalla società statunitense Novavax sembra essere il più efficace mai realizzato. Gli studi condotti durante la fase III della sperimentazione hanno infatti portato alla luce risultati di gran lunga più incoraggianti rispetto a quelli dei vaccini a mRNA sviluppati da Pfizer-BioNTech e Moderna.
Buona parte dei media internazionali non sembrano tuttavia dare molto risalto alla notizia, sebbene questo nuovo vaccino rappresenti un’ulteriore passo avanti verso l’uscita dalla pandemia e verso il ritorno alla normalità
Cosa rende il siero di Novavax così efficace? Ci sono possibilità di vederlo in azioni entro la fine del 2021?
Vaccino di Novavax: com’è stato realizzato e quanto è efficace
Il siero di Novavax è un vaccino a base proteica che contiene versioni artificiali della proteina Spike, che è presente nella corona del SARS-CoV-2. Secondo quanto riportano fonti aziendali, dentro il siero sarebbe presente anche una sostanza con funzione adiuvante il cui fine è rafforzare la risposta immunitaria.
Gli studi di fase III riportano un dato veramente sensazionale riguardante l’efficacia del siero Novavax: contro il ceppo originale la protezione sarebbe pari al 100%, mentre contro le varianti arriverebbe anche al 93% di protezione dopo la seconda dose. Questi studi sarebbero stati condotti anche sulla nuova variante Delta, nei confronti della quale il siero di Novavax assicurerebbe una protezione pari al 92,5%.
Il vaccino sarebbe inoltre molto più semplice da conservare rispetto ai preparati a mRNA e gli effetti collaterali associati alla somministrazione sarebbero ben più lievi di quelli riscontrati nei soggetti ai quali è stato somministrato un vaccino a vettore virale.
Perché si rischia di non poter usare questo vaccino?
Il vaccino di Novavax rischia di approdare nei centri vaccinali statunitensi ed europei molto in la rispetto agli altri vaccini, e questo ritardo potrebbe determinare alche il mancato utilizzo. Ma a cosa si deve questa strana situazione?
In primo luogo, Novavax ha scelto di produrre il suo sieri senza l’appoggio di altri grandi gruppi farmaceutici, decisione che secondo molti l’ha isolata e messa in una situazione sfavorevole. Oltretutto la fase III è stata avviato solo a inizio 2021, mentre nello stesso periodo i vaccini a mRNA e i sieri a vettore virale come Vaxzevria erano già impiegati in alcuni paesi.
Parlando poi degli accordi esistenti tra l’UE e Pfizer, questi ultimi assicurano forniture superiori a 1,8 miliardi di dosi entro il 2023. Questo è un ulteriore svantaggio per Novavax, che potrebbe vedersi tirata fuori dal prolifico mercato europeo.
Per ora non possono essere avanzate previsioni riguardo il futuro di questo nuovo vaccino, né si può affermare con certezza se la Svizzera deciderà di prenderlo in considerazione per la campagna vaccinale e il contrasto alle varianti del coronavirus.
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