In queste ore l’alluminio viaggia verso nuovi massimi decennali, superando i 3.300$ alla borsa di Hong Kong. A cosa si deve questa impennata? Il prezzo può crescere ancora?
In Asia il rally delle materie prime sembra tornare prepotentemente alla ribalta, con le quotazioni dell’alluminio che toccano livelli interessanti.
A Hong Kong il future avente come sottostante questo metallo ha superato i 3.300$, valore più alto dal 2008 a questa parte. Nel Regno Unito le quotazioni dell’alluminio si mantengono invece sotto le 2.700£, sebbene anche qui si stia registrando una progressiva crescita delle quotazioni.
A cosa è dovuto questo aumento del valore dell’alluminio? Nelle prossime settimane questo rally proseguirà o è destinato ad arrestarsi?
Alluminio ai massimi dal 2008
Negli ultimi 12 mesi il prezzo di questo metallo ha conosciuto una crescita pari al 50%. A settembre 2020 il future UK sull’alluminio scambiava a 1.784£ (circa 2.460$ al tasso di cambio attuale), mentre in questo momento la quotazione è pari a poco meno di 2.680£. Su base semestrale la crescita si è dimostrata stabile ed equa. L’alluminio è salito di quotazione del 25% ogni sei mesi.
Ricordiamo che tra i metalli l’alluminio è uno dei più richiesti per la realizzazione di impianti ecologici a basso impatto ambientale. Anche il future sulle leghe dell’alluminio è tornato a oscillare negli ultimi giorni. Al momento si mantiene stabile sui 2.270£ dopo aver guadagnato quasi l’1,8% su base settimanale. In questo caso le oscillazioni sono state pertanto più contenute.
I motivi dietro il rally dell’alluminio
Dietro questa risalita delle quotazioni dell’alluminio e delle sue leghe si celano principalmente due motivi. In primo luogo si trova il forte squilibrio tra domanda e offerta, con quest’ultima che non riesce ancora a tenere il passo con la domanda. La progressiva opera di decarbonizzazione intrapresa dalle principali economie mondiali sta procedendo a ritmi troppo veloci. Ne segue che a fronte di una domanda sempre più alta di metalli a basso impatto ambientale corrispondono troppe poche scorte a disposizione.
La Cina è uno dei primi produttori di alluminio, ma al momento le sue fonderie non riescono ad assicurare una congrua offerta al resto del mondo. Il problema può anche essere identificato nei problemi di natura ambientale che il Dragone ha dovuto affrontare negli ultimi mesi: infatti una forte siccità ha limitato la produzione di energia idroelettrica che rappresenta la principale fonte energetica per l’industria dell’alluminio.
Il secondo fattore è da ricondurre all’impoverimento delle riserve di alluminio, che al momento sono ai minimi dal 2016. Se si continua di questo passo non è da escludere che il metallo possa toccare nuovi picchi nei prossimi mesi.
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