Origini del coronavirus: dagli USA arriva un nuovo inquietante colpo di scena

Gabriele Stentella

24 Giugno 2021 - 12:22

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Secondo quanto riportato da un ricercatore americano, negli USA sarebbero stati fatti sparire deliberatamente alcuni dati riguardanti le prime sequenze genetiche di SARS-CoV-2 isolate cin Cina. Si è trattato di un semplice errore umano? Quali inquietanti ipotesi si stanno facendo largo?

L’origine del coronavirus di Wuhan è ancora un tema molto delicato. Da inizio pandemia fino a oggi le ipotesi relative a questo argomento sono state molteplici, dallo spontaneo salto di specie fino alla creazione in laboratorio, toccando anche numerose teorie del complotto senza nessuna base scientifica, alimentate da fake news e falsi miti.

L’investigazione sull’origine di SARS-CoV-2 ha anche inasprito i rapporti tra la Cina e i paesi occidentali, USA in primis. Come certamente si ricorderà, lo stesso Presidente statunitense Joe Biden ha espresso in passato alcune dure critiche al governi di Pechino per la gestione della pandemia, senza tener conto delle più dure parole del suo predecessore Donald Trump, il quale arrivò persino a chiedere dure sanzioni economiche contro la Cina.

Nelle ultime ore sta rimbalzando sul web una notizia alquanto inquietante che rischia di avere un grande eco negli USA e nel mondo, ma di cosa si tratta?

Dati del coronavirus rimossi dai database USA, l’allarme di un ricercatore americano getta nuove ombre sulle origini della pandemia

Stando a quanto si apprende dalla rivista Biorxiv, il ricercatore statunitense Jesse Bloom avrebbe scoperto alcuni dati relativi alle iniziali sequenze genetiche dl coronavirus di Wuhan inviate negli USA nei primi mesi della pandemia di COVID-19.

Bloom afferma che questi dati sarebbero stati rimossi dai database su richiesta dello stesso governo cinese, fatto che se fosse verificato renderebbe ancora più oscuro il ruolo di Pechino nella gestione della pandemia nelle sue prime fasi. Dopotutto sono alquanto note le accuse che da più di un anno a questa parte sono rivolte al governo cinese, che a detta di molti sarebbe stato fautore di una politica oscurantista riguardo i pericoli del SARS-CoV-2.

Anche il popolare quotidiano USA Wall Street Journal concorderebbe con la versione di Bloom, asserendo inoltre che in Cina sarebbero stati tenuti nascosti all’opinione pubblica alcuni casi di COVID-19 antecedenti al focolaio scoppiato nel mercato del pesce di Wuhan.

I dati rimossi rappresentano la prova che il coronavirus è stato creato in Laboratorio?

Jesse Bloom si dice aperto a qualsiasi spiegazione riguardo la nascita del coronavirus, seppur abbia affermato che questi dati non sembrerebbero per il momento confermare le numerose ipotesi relative all’origine dell’agente patogeno.

Piuttosto questa sarebbe la prova inconfutabile del fatto che in Cina le autorità erano già a conoscenza della circolazione di questo virus, e che non avrebbero fatto abbastanza per arginarne la propagazione.

A metà giugno uno studio condotto negli Stati Uniti aveva già avanzato l’ipotesi seconda la quale il SARS-CoV-2 era già negli USA verso la fine del 2019, anticipando di circa 3/4 mesi il primo caso accertato di COVID-19.

Ovviamente continueremo a seguire questa notizia e a mantenervi informati sull’evoluzione di questo delicato caso.

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