L’inizio della settimana con il grande recupero aveva lasciato grandi prospettive per il petrolio, che invece torna sotto pressione. Cosa succede? Quali sono i motivi del calo?
Dopo un inizio settimana di grande recupero, il petrolio torna sotto pressione. Il calo dei prezzi infatti colpisce ancora una volta l’oro nero, con il Brent del Mare del Nord che scambia a 66,7 dollari al barile - dopo essere salito sopra i 70$ lo scorso martedì - e il texano WTI in flessione a 63,6 dollari. Cosa succede?
Sembrerebbe che il calo sia stato dettato dai dati pubblicati dal dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti sulle scorte settimanali di greggio nel paese, ma anche da tutte le ombre che continuano ad avvolgere la domanda di petrolio, prima fra tutte la situazione in India.
I motivi dietro al calo del prezzo
I dati forniti dal dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti parlano di scorte settimanali in crescita di 1,32 milioni di barili (rispetto alla settimana precedente), arrivando a quota 486 milioni.
Le scorte settimanali di benzina, invece, hanno registrato una flessione di 1,9 milioni di barili, contro il -1,2 atteso, arrivando a 234,2 milioni.
A pesare però sul prezzo del greggio, come anticipato, sono anche le ombre intorno alla domanda. In modo particolare, ancora una volta, preoccupa la situazione epidemiologica in India . D’altra parte l’india è il terzo maggiore importatore di greggio al mondo, dopo la Cine e gli Stati Uniti, seguita dal Giappone. L’India infatti importa l’80% del petrolio che utilizza. I tempi per una ripresa nazionale della domanda dell’oro nero, sembrano allungarsi sempre di più.
Anche il mercato asiatico e la preoccupazione per l’inflazione, che potrebbe portare la Fed a un cambio di rotta sui tassi prima del tempo, hanno pesato sulle quotazioni del petrolio.
Sicuramente non è stato un anno facile per l’oro nero che ha subito molti rimbalzi, solamente nell’ultimo mese le flessioni sono state tantissime anche a causa dell’attacco informatico al Colonial Pipeline, ma soprattutto per le preoccupazioni del mercato.
Si fa sentire anche il crollo del Bitcoin
Sullo sfondo, anche il crollo del Bitcoin e del mondo della valuta digitale. Bitcoin non arresta la sua discesa, precipitando sotto quota 40 000 dollari, continua il panic selling dei nuovi investitori e così la debolezza dei mercati sta innescando una sempre maggiore avversione al rischio, finendo per pesare anche sulla quotazione del greggio.
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