Petrolio di nuovo in stallo, a cosa si deve il calo di quotazione?

Gabriele Stentella

25 Agosto 2021 - 09:45

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Il petrolio torna a perdere terreno dopo un inizio settimana molto buono. A cosa si deve questa inversione di trend? Si rischia un nuovo crollo delle quotazioni?

Negli scorsi giorni il petrolio aveva conosciuto un rally alimentato da una serie di segnali positivi proveniente dall’Asia, in particolare dalla Cina. Tuttavia l’incertezza sembra essere tornata a influenzare le scelte del Dragone, che a fronte di nuovi focolai di COVID-19 sul suo territorio sembra approssimarsi a ridurre la domanda di greggio.

Ma a essere sotto osservazione non è solo la domanda di greggio, quanto anche l’offerta dell’Oro nero. Ma cosa sta succedendo nel dettaglio? Cosa c’è da aspettarsi nei prossimi giorni e nelle prossime settimane?

Petrolio: variante Delta principale antagonista lato domanda

Come già accennato nell’introduzione, la variante Delta rappresenta la principale causa della contrazione della domanda di greggio. In Cina sono al momento stati rilevati nuovi focolai e da alcune settimane le autorità cinesi sembrano aver confermato che i vaccini somministrati alla popolazione (Sinovac e Sinopharm) sembrano perdere efficacia contro la nuova variante, o secondo alcuni sarebbero addirittura inefficaci nel prevenire il contagio.

Ma la Cina non è il solo paese in cui la pandemia ha trovato nuovo vigore. Nella vicina Australia il governo ha introdotto un nuovo Lockdown in alcune grandi aree urbane del New South Wales e in Giappone si sta fronteggiando un galoppante rialzo dei positivi. Il governo giapponese ha già emanato lo stato di emergenza in otto prefetture. In Thailandia infine si sono raggiunte le 10.000 vittime giornaliere e si preannunciano nuovi disordini alimentati dal malcontento per la gestione della pandemia.

Tutto questo sta influenzando negativamente la domanda di greggio, le cui quotazioni restano al momento sulla soglia dei 70$ al barile (dato ore 9:30). La perdita su base giornaliera è fino a questo momento pari allo 0,15%. Il WTI invece fatica a mantenersi sopra i 67$ al barile e la perdita totale ammonta allo 0,3%.

I problemi lato offerta e le previsioni sulle quotazioni

Anche sul lato dell’offerta si stanno verificando alcune condizioni non favorevoli al rally del greggio. In Messico per esempio la produzione di greggio era stata interrotta a seguito di un incidente su una piattaforma di estrazione che aveva privato il mercato di 400.000 barili. Ora però il problema sembra essersi risolto e la compagnia petrolifera proprietaria della piattaforma ha annunciato che riprenderà l’estrazione il 30 agosto.

Negli USA il consumo di petrolio e benzina delle scorse settimane è stato inferiore alle attese e ci sarebbero ancora quasi 1 milione di barili di greggio in giacenza.

Secondo gli analisti il petrolio potrebbe comunque trovare un nuovo vigore nel prossimo trimestre, sebbene sia da escludere possa superare gli 80$ al barile. Resta ovviamente da valutare l’efficacia delle misure cinesi di contenimento e la rapida salita della domanda e dell’offerta.

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