Un interessante rapporto della SECO riconosce l’enorme contributo che i cittadini comunitari hanno apportato al sistema sanitario svizzero. Sembra infatti che quasi 1 lavoratore sanitario su 4 provenga dall’UE.
La delicata tematica della libera circolazione dei cittadini UE all’interno dei confini svizzeri è sempre d’attualità. I cittadini comunitari che svolgono la loro principale attività lavorativa nel nostro paese non sono sempre frontalieri, anzi, si potrebbe affermare che in determinati settori la maggior parte dei lavoratori UE risiedono stabilmente in Svizzera anche da molti anni.
Secondo quanto riportato da uno studio condotto dalla Segreteria di stato dell’economia (SECO), il settore sanitario sarebbe uno di quelli in cui l’impiego di personale proveniente dall’Unione Europea si è rivelato maggiormente incisivo.
Ma quanti sono i cittadini europei che ogni giorno contribuiscono a garantire e migliorare il livello delle cure ospedaliere nel nostro paese? Sono in prevalenza frontalieri o residenti? Analizziamo nel dettaglio i dati forniti dalla SECO.
In Svizzera il 22% degli operatori sanitari sono europei, in prevalenza residenti
I dati forniti dalla SECO nel corso della sua indagine statistica riguardante l’impiego di lavoratori europei nelle strutture sanitari riportano che circa il 22% degli oltre 540.000 dipendenti del settore sanitario sono cittadini UE.
Questa percentuale si traduce in poco meno di 119.000 lavoratori e lavoratrici. Nel 2020 solamente il 29% di loro (circa 34.000 individui) risultava essere composto da frontalieri, il che significa che il restante 71% dei dipendenti sanitari UE risiede stabilmente nel nostro paese. Tra i frontalieri, circa il 70% era composto da italiani.
Tuttavia se confrontati con i dati del 2019, quelli dello scorso anno sembrerebbero evidenziare un calo del personale europeo. Infatti nel 2019 i cittadini UE assunti nelle strutture sanitarie risultavano essere quasi il 15% in più.
Con il graduale ritorno alla normalità questo dato potrebbe però essere capovolto. La SECO infatti si dice convinta nel recupero entro la fine del 2021 delle risorse europee perse durante il difficile anno della pandemia.
Quanto guadagnano mediamente i lavoratori UE del settore sanitario?
Se il divario salariale tra cittadini svizzeri ed europei impiegati nelle strutture sanitarie parrebbe trascurabile, lo stesso non si può dire del divario tra frontalieri e cittadini UE residenti stabilmente in Svizzera.
Secondo i dati della SECO, i lavoratori sanitari frontalieri guadagnerebbero dal 5% al 21% in meno dei cittadini UE residenti. Nel Canton Ticino un frontaliero guadagna mediamente il 4% in meno, dimostrandosi uno dei Cantoni dove la disuguaglianza salariale più bassa.
Questo diverso trattamento salariale non è dovuto solo ad atteggiamenti discriminatori, ma anche a una differente qualifica e ai tempi di permanenza più brevi. In alcuni casi si tratta inoltre di lavoratori che svolgono in Svizzera solo un secondo lavoro.
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