Stando alle ultime rilevazioni della Segreteria di Stato dell’economia, tra i consumatori svizzeri la fiducia sembra essere salita di 8 punti percentuali. Non accadeva dal luglio 2010, ma come si spiega questo dato?
Sempre più svizzeri guardano con ottimismo al futuro. Con questa frase si potrebbe riassumere quanto emerso dai dati trimestrali pubblicati dalla Segreteria di Stato dell’economia aventi in oggetto la fiducia dei consumatori svizzeri.
Nel 2020 l’indicatore generale della fiducia aveva riportato risultati a dir poco deludenti, con percentuali negative e talvolta a doppia cifra. A un anno esatto da quelle rilevazioni non solo si è assistito a una crescita ottima su base annuale, bensì si sono anche toccati i massimi da dieci anni a questa parte.
Andiamo ad analizzare tutti i dati forniti dalla Segreteria di Stato per l’economia.
Fiducia dei consumatori: +8 punti nel secondo trimestre 2021
I dati pubblicati dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) riportano una progressione dell’indicatore preso in esame pari a 8 punti nel solo mese di luglio. Si tratta dell’aumento maggior dal luglio 2010 a questa parte. Ovviamente si tratta per il momento un dato parziale, essendo il terzo trimestre dell’anno iniziato da poco. Tuttavia gli analisti della SECO riferiscono anche che dietro questa progressione si nasconde il miglioramento delle aspettative sull’evoluzione generale dell’economia, il cui indice di riferimento ha registrato la sua crescita migliore (48 punti) dal 1972 a questa parte (anno di inizio delle rilevazioni).
Anche sul fronte del mercato del lavoro i dati sembrano riportare una situazione in netto miglioramento. Infatti l’indicatore della disoccupazione attesa è molto vicino ai livelli pre-crisi registrati nello stesso trimestre del 2019. Anche l’indice relativo alla situazione finanziaria attesa segna una progressione di 3 punti, arrivando pertanto a superare la media di lungo periodo degli ultimi sei anni.
Un dato non positivo proviene tuttavia sul fronte dell’inflazione. Infatti sembra che l’evoluzione dei prezzi sia stimata a livelli più alti rispetto alle rilevazioni precedenti. Questo fattore può concorrere alla contrazione della propensione marginale al consumo, che per il momento rimane entro un range contenuto.
Cosa dicevano le rilevazioni SECO del 2020?
Come premesso, durante l’anno della pandemia i risultati pubblicati dalla SECO e relativo all’indicatore generale della fiducia erano risultati negativi.
Nel primo trimestre dello scorso anno (periodo in cui la pandemia non aveva ancora raggiunto il suo apice), il dato era pari a -9 punti. Nei tre mesi successivi (coincidenti con lo scoppio della pandemia di COVID-19 in Europa e Svizzera) si raggiunse il valore -39 punti, il quale risalì durante l’estate a quota -12 punti. Infine durante il quarto trimestre dell’anno scorso il dato definitivo fu pari a -13 punti.
Il trend negativo proseguì nei primi due trimestre dell’anno corrente, con -14 punti nel periodo compreso tra gennaio e marzo, e -7 punti tra aprile e giugno. Ne segue che fino a questo momento l’indicatore preso in esame ha guadagnato ben 15 punti complessivi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter