Grazie al decreto energia voluto dal Governo Draghi, nella giornata di ieri i distributori hanno potuto abbassare i prezzi del carburante di 30 centesimi al litro.
Storico sorpasso dei distributori oltre confine. Da ieri infatti fare il pieno in Italia costa meno che in Svizzera. Il decreto sulle “misure urgenti per contrastare gli effetti della crisi in Ucraina” del Governo italiano è stato pubblicato nella notte del 22 marzo, facendo diventare concreti i tagli sulle accise già nelle prime ore del pomeriggio. I distributori hanno potuto così abbassare i prezzi esposti di 30 centesimi di euro sia per benzina sia per diesel. Mentre per il Gpl la riduzione è di 10,37 centesimi. Le misure straordinarie rimarranno in vigore per i prossimi 30 giorni e costerà al Governo italiano circa un miliardo di euro.
Prezzi oltre confine
La maggior parte dei benzinai italiani nella mattinata di ieri registrava prezzi superiori ai 2 euro al litro. Per esempio nella vicina Como, stando a quando raccolto da quotidiano locale La Provincia, alle stazioni di rifornimento nelle prime ore della giornata si registravano costi per la benzina tra 2,084 e i 2,149 euro al litro, per il diesel tra i 2,094 e i 2,149 euro al litro. Dopo mezzogiorno costavano rispettivamente tra l’1,779-1,834 euro al litro, e tra l’1,789-1,844 euro al litro. Insomma una vera boccata d’aria per il portafoglio di cittadini e imprese.
Oltre a questa misura il Ministero dello Sviluppo ha previsto dei voucher aziendali per sovvenzionare le aziende nell’acquisto del carburante. Consistono in dei bonus del tetto massimo di 200 euro a dipendente, da riconoscere a libera scelta delle imprese.
Conviene fare il prezzo in Italia?
I ribassi hanno portato oltre confine anche i cittadini svizzeri. Se fino a qualche settimana fa agli italiani conveniva fare il pieno in Ticino, ora è l’esatto contrario. Oggi in Svizzera, secondo il report aggiornato del TCS, il prezzo medio della verde SP95 è di 2.04 franchi al litro, per il diesel di parla di 2.14 franchi al litro. Da ieri pomeriggio dunque andare oltre confine fa risparmiare su un pieno di benzina di 50 litri circa 10 franchi.
Anche altri Paesi tagliano le accise
Non solo l’Italia, ma anche altri Paesi europei hanno deciso di tagliare i prezzi del carburante. E complessivamente costeranno ai Governi 8,6 miliardi di euro. Secondo lo studio diffuso da Transport & Environment, la spesa prevista nella sola Italia corrisponde a 978 milioni di euro: la quarta più alta in Europa dopo Francia (3 miliardi), Polonia (1,4) e Olanda (1,36).
Il paradosso: più consumi più risparmi
Stando all’analisi, i principali beneficiari di quest’operazione saranno i consumatori con una classe di reddito più elevata; potranno contare su un bonus 8 volte superiore rispetto alle fasce più deboli. Perché?
Il maggior sostegno di circa il 10% agli automobilisti più benestanti risulta dalla tendenza a utilizzare auto lussuose e inquinanti.
Considerando un periodo di 6 mesi, il taglio di 15 centesimi ogni litro di carburante si traduce infatti in un risparmio di poco superiore ai 300 euro per il possessore di un suv BMW X5 contro i soli 85 euro per chi guida una citycar come la Citroën C3.
Tagli alle accise o finanziamento del Governo russo?
«I governi UE non intendono tassare il petrolio russo scegliendo, per contro, di finanziarlo con quasi 9 miliardi di euro e di scaricare il peso dell’operazione sui contribuenti – ha dichiarato Veronica Aneris, Direttrice per l’Italia di Transport & Environment – Per aiutare le persone in difficoltà esistono soluzioni migliori come ad esempio l’imposizione di dazi o tasse sul greggio proveniente dalla Russia. Invece di sovvenzionare gli automobilisti più ricchi, il sostegno potrebbe essere distribuito più equamente alle famiglie che ne hanno effettivamente bisogno»
Una tassazione speciale per le importazioni di petrolio dalla Russia con conseguente riduzioni degli acquisti potrebbe garantire un aumento del gettito annuale per finanziare la spesa sociale e promuovere la sicurezza energetica, con la certezza che le alternative di vendita del greggio russo al di fuori del mercato europeo sarebbero comunque limitate nel breve termine.
Rapporto Agenzia Internazionale per l’Energia
L’implementazione di semplici azioni strategiche - dal viaggiare in autostrada ad una velocità inferiore di 10 km/h alla riduzione del prezzo dei biglietti del trasporto pubblico - porterebbe ad un calo della domanda globale di greggio pari a 2,7 milioni di barili al giorno.
E in Svizzera?
Nei giorni scorsi il Presidente di Astag Ticino Adriano Sala nel corso di un’intervista aveva dichiarato che l’associazione si era rivolta «con un’interpellanza al Consiglio federale e ai Consiglieri nazionali. Per proporre un calo temporaneo delle imposte su carburante e valore aggiunto». Perché, aveva spiegato, «le accise incidono per il 50% del prezzo effettivo: per la benzina senza piombo si parla di 76,82 centesimi di franco al litro, per il diesel di 79,57 centesimi di franco al litro». Per ora però, tutto tace
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