Ticino, via ai pagamenti in Bitcoin

Claudia Mustillo

13 Aprile 2021 - 13:33

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Il Cantone Ticino accetterà pagamenti in bitcoin, il Gran Consiglio ha accolto il progetto pilota che permette il pagamento con la valuta digitale per alcuni servizi legati all’amministrazione cantonale.

Il Canton Ticino accetterà pagamenti con valuta digitale per i servizi dell’amministrazione Cantonale, la criptovaluta sarà convertita in franchi al momento della transazione. Una grande novità proprio quando il bitcoin segna il nuovo record raggiungendo quota 62.000 dollari, l’ultimo balzo certifica la variazione positiva del 112,2 % da inizio 2021 e dell’809% anno su anno. Da domani, mercoledì, saranno sul mercato 114,9 milioni di azioni della piattaforma al prezzo di 200 dollari. Coinbase, fondata nel 2012, è la più grande piattaforma di trading e rende possibile lo scambio di beni digitali tra cui il bitcoin.

L’iniziativa nasce da una mozione presentata nell’ottobre del 2017 da Paolo Pamini. Il Gran Consiglio ticinese si è espresso nella giornata di ieri approvando il progetto. Sono stati 48 i deputati che hanno votato a favore, contro 36 contrari e 3 astenuti. Si sono espressi in favore Lega dei Ticinesi, Unione Democratica di Centro, Partito Liberale Radicale e una minoranza del Partito Popolare Democratico, mentre i contrari Partito Socialista, Verdi, Partito Comunista, Più Donne e la maggioranza del PPD.

Il progetto prevede la possibilità di pagare utilizzando la moneta digitale quei servizi dell’amministrazione cantonale un tempo aperti al pagamento con carte di credito e cerca di dare un segnale di fiducia al fintech, come ha spiegato nel suo discorso al consiglio il promotore Paolo Pamini (UDC). Inoltre i costi del servizio saranno veramente “irrisori” per il Cantone, ma resta dubbiosa la minoranza che invece ha criticato il Bitcoin e ha sottolineato, con l’intervento di Ivo Durish (PS), i numerosi svantaggi del progetto tra cui l’alto rischio di evasione e di riciclaggio di denaro.

Zugo, la Crypto Valley Svizzera

A Zugo dallo scorso febbraio 2021 le imposte si possono pagare in bitcoin, grazie anche alla collaborazione con Bitcoin Suisse, ma il primo passo verso la criptovaluta era stato compiuto diversi anni fa. Nel 2016 aveva lanciato un test pilota sui pagamenti in Bitcoin per servizi pubblici con limite massimo di 200 franchi.

Eppure non tutti sono così entusiasti dell’apertura alla valuta digitale. Lo scorso gennaio nello stato americano del New Hampshire il disegno di legge per accettare pagamenti fiscali in criptovalute non è passato, il problema era la grande volatilità del bitcoin. D’altra parte a differenza delle altre valute a corso legale il Bitcoin si caratterizza proprio per l’impossibilità di controllo del valore, nessun ente è quindi in grado di redistribuire la ricchezza attraverso l’inflazione da valuta.

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