Troppi lupi: la Svizzera vara nuove regole per l’abbattimento. Armando Donati: «Non siamo ancora soddisfatti»

Matteo Casari

02/06/2023

02/06/2023 - 16:05

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Il Consiglio federale abbassa il numero di predazioni minime per autorizzare l’abbattimento dei lupi e viene facilitato l’intervento sui singoli esemplari. Ma i rappresentanti del settore chiedono di più

Troppi lupi: la Svizzera vara nuove regole per l'abbattimento. Armando Donati: «Non siamo ancora soddisfatti»

Il numero crescente di lupi rappresenta un serio problema, soprattutto per le regioni di montagna. Tra i Cantoni più colpiti ci sono senza dubbio il Ticino, dove gli attacchi al bestiame nel 2022 sono aumentati di 5-6 volte rispetto agli standard, e i Grigioni, dove l’anno passato sono stati conteggiati oltre 500 capi predati, per sovvenzioni intorno agli 1,5 milioni di franchi.

Nella sua seduta del 2 giugno 2023, con la revisione parziale dell’ordinanza sulla caccia, il Consiglio federale ha deciso di facilitare l’abbattimento dei lupi. L’obiettivo è migliorare la situazione nelle zone colpite, in attesa che entri in vigore la revisione di legge sulla caccia.

Esemplari in aumento in Svizzera

Nel nostro Paese vivono circa 250 lupi, organizzati per lo più in 26 branchi, con numeri in continua crescita. Considerati i problemi per l’economia alpestre, il Consiglio federale intende consentire l’abbattimento di un numero maggiore di lupi a partire dal 1° luglio 2023.
Una misura che si va ad aggiungere a quella promossa ad aprile quando la Confederazione aveva stanziato fondi supplementari pari a 4 milioni di franchi per rafforzare la protezione del bestiame.

Ridotta la soglia di danno

Secondo l’ordinanza sulla caccia, ora è possibile abbattere singoli lupi (ossia non appartenenti a un branco) anche all’interno dei territori del branco. Il Consiglio federale ha ridotto da dieci a sei predazioni di animali da reddito, la soglia di danno che farà scattare l’abbattimento. Inoltre, anche singoli esemplari possono ora essere abbattuti se costituiscono un grave pericolo per le persone.
La soglia di danno è stata ridotta anche per la regolazione dei branchi che passa a otto predazioni (e non più dieci) di animali da reddito. Inoltre, nelle regioni in cui sono presenti più branchi, i Cantoni possono intervenire in misura ancora più incisiva.

Abbattimenti anche senza uccisioni

L’ordinanza riveduta considera gravi danni non soltanto i casi di bovini, equini o per esempio lama o alpaca uccisi, ma anche nei casi di animali gravemente feriti dai lupi. La soglia di danno per i grandi animali da reddito è stata ridotta a un esemplare (e non più due). Inoltre, un lupo può essere abbattuto immediatamente se in modo improvviso e imprevisto rappresenta un pericolo per le persone. Un abbattimento di questo genere è possibile senza l’approvazione dell’Ufficio federale dell’ambiente.

Allevatori ticinesi non sono soddisfatti

«È un piccolo passo nella giusta direzione, ma sostanzialmente non cambia nulla. Il principio dell’ordinanza è sempre quello che solo se il lupo fa danni si può intervenire» dichiara Armando Donati. «Il numero di esemplari continua ad aumentare, e di conseguenza aumenterà anche il numero dei danni. Inoltre, un lupo non può essere abbattuto se preda un gregge non adeguatamente protetto, come ad esempio durante il pascolo».
Associazioni di settore come l’APTdaiGP e l’Unione Contadini Ticinesi (UCT) chiedono un approccio diverso a livello di misure, senza dover agire in base alle predazioni e ai danni subiti. Questo perché tale strategia non si è dimostrata in grado di cambiare il comportamento aggressivo di questi predatori: «Il problema è che i lupi hanno appreso che predare animali domestici è ormai più facile rispetto a cacciare animali selvatici. Questo perché questi ultimi sono sparsi sul territorio, mentre quelli domestici sono concentrati in determinate zone. Le misure in vigore non scoraggiano i predatori ad attaccare i capi negli allevamenti».

Prevenire è meglio che curare

«Non chiediamo aiuti economici, per il lupo si spende già troppo in Ticino, così come nel resto della Svizzera» afferma il presidente dell’APTdaiGP. «La posizione che sosteniamo da tempo è quella della regolamentazione. Quanti lupi e branchi possiamo permetterci di avere per gestire la nostra pastorizia? Sicuramente sia a livello cantonale che nazionale oggi sono già troppi, e non è previsto un limite».
Contadini e allevatori hanno già sottoposto la questione anche in ambito politico, sperando di introdurre misure preventive. «Attraverso la nostra associazione, rappresentata da Sem Genini, abbiamo sottoposto una mozione in Gran Consiglio, chiedendo la regolamentazione del numero di lupi in Ticino, come già avviene in altri Cantoni» spiega Donati. «Le misure in vigore non funzionano perché permettono di intervenire solo a fatto compiuto».

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