Vaccini e trombosi: quale correlazione potrebbe esserci?

Gabriele Stentella

28 Maggio 2021 - 09:06

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La correlazione tra alcuni sieri anti-COVID e gli episodi di trombosi è ancora oggetto di studi scientifici, tuttavia alcuni ricercatori tedeschi sembrano aver trovare una possibile spiegazione.

Il legame tra la somministrazione di alcuni vaccini anti-COVID e i casi di trombosi segnalati in alcuni paesi europei è ancora oggetto di studi, sebbene alcuni scienziati abbiano dichiarato verosimile tale correlazione.

A finire sotto a lente mediatica sono stati soprattutto i sieri delle multinazionali farmaceutiche Johnson&Johnson e AstraZeneca, che al momento non sono però somministrati in Svizzera. Pare infatti che alcuni soggetti ai quali sarebbe stato somministrato il vaccino di queste due società abbiano poi manifestato complicazioni di natura tromboembolica, che in alcuni casi sembra abbiano persino portato al decesso. Ovviamente è doveroso sottolineare che la percentuale di pazienti che hanno avuto reazioni avverse di tale natura è inferiore all’1%.

Dalla Germania giunge però la notizia di uno studio che sembrerebbe aver trovato una possibile soluzione a questo problema, scopriamo subito di cosa si tratta.

Perché i vaccini di AstraZeneca e Johnson&Johnson potrebbero portare complicazioni?

Stando a quanto evidenziato da un team di ricercatori dell’Università Goethe di Francoforte sul Meno, le cause della possibile insorgenza di problematiche tromboemboliche sarebbe da ricercare nell’adenovirus utilizzato nei preparati di AstraZeneca e Johnson&Johnson. Infatti a differenza dei sieri Moderna e Pfizer, quelli di AstraZeneca e Johnson&Johnson non si basano su mRNA, bensì su un adenovirus con caratteristiche affini a SARS-CoV-2.

Quando l’adenovirus penetra nel nucleo della cellula si avvia il processo di trascrizione genetica e durante questa fase sembrerebbe verificarsi uno strano meccanismo a causa del quale la proteina Spike tende a scindersi in maniera non controllata, formando delle sue copie mutanti. Queste ultime non essendo capaci di legarsi alla membrana cellulare vengono espulse dalla cellula. Quando la concentrazione di queste proteine è troppo alta si vengono a formare dei coaguli di sangue che possono dare vita a complicazioni.

Il rischio di trombosi è pari a 0 nei vaccini a mRNA perché nel loro caso la proteina Spike non rilascia il proprio materiale genetico nel nucleo, bensì nel fluido cellulare.

La soluzione per evitare complicazioni con i sieri AstraZeneca e Johnson&Johnson

La soluzione prospettata dai ricercatori tedeschi si baserebbe sulla modifica della sequenza genetica della proteina Spike in modo tale da evitare episodi di scissione non controllata.

In questo modo si abbasserebbe considerevolmente l’incidenza di episodi di trombosi, i quali tuttavia si presentano in una percentuale molto bassa. In Italia per esempio il rapporto dell’AIFA ha riportato 34 casi di trombosi manifestatasi a seguito della vaccinazione ogni 100.000 abitanti. Questo vuol dire che il 99,96% dei vaccinati con AstraZeneca non ha avuto complicazioni di alcun tipo.

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