La correlazione tra l’Inflazione e la variante Delta è oggetto di studio soprattutto negli USA. Quali effetti potrebbe portare la nuova variante sull’aumento dei prezzi nel medio-lungo periodo?
Inflazione e variante Delta potrebbero essere molto più correlate di quanto si pensi. Questo almeno è quanto viene ipotizzato da una platea di esperti, sebbene la correlazione tra la diffusione della nuova variante del coronavirus e l’aumento dei prezzi sia ancora da dimostrare.
Come certamente si ricorderà, negli Stati Uniti l’Inflazione registrata nel mese di giugno è stata pari al 5,4%, molto più di quanto ci si aspettasse. Un aumento di tale intensità si era osservato nel 1991, salvo poi presentarsi nel 2008 in concomitanza con l’inizio della crisi economica .
La Federal Reserve per il momento rassicura circa la natura temporanea dell’aumento dei prezzi, ma cosa succederebbe se la variante Delta risultasse un valido strumento contro per l’aumento dell’Inflazione nel medio-lungo periodo? Di seguito una piccola analisi.
La variante Delta può agire contro l’Inflazione?
La ripresa economica mondiale è in questi mesi messa a dura prova dal diffondersi della variante Delta, la cui contagiosità sta anche deteriorando ulteriormente la situazione economica di quanti si aspettavano un miglioramento dei propri affari con l’arrivo della stagione estiva.
Negli USA - paesi in cui ci sono ancora troppi individui restii alla vaccinazione e al rispetto delle normative anti-COVID - si sta registrando una cavalcata dei prezzi al consumo senza precedenti nell’ultimo decennio. Alla luce di questo, molti analisti si stanno interrogando circa la correlazione che potrebbe esistere tra variante Delta e Inflazione nel medio periodo.
Se la ripresa globale rallentasse a causa della nuova variante, è plausibile prospettare una graduale riduzione dell’Inflazione negli USA. Più nello specifico, sarebbe la domanda di beni a contrarsi maggiormente sotto i colpi della variante Delta.
In alcuni settori dell’economia, come per esempio quello energetico, si possono già vedere gli effetti della variante Delta sulla domanda di beni quali per esempio il petrolio. Infatti le sue quotazioni hanno rintracciato del 7% da lunedì scorso.
I punti critici sugli effetti di lungo periodo
Se da un lato la variante Delta potrebbe sembrare un buon deterrente contro l’aumento dei prezzi nel medio periodo, nel lungo periodo potrebbe paradossalmente creare terreno fertile per uno slancio dell’Inflazione.
Su questo aspetto non tutti gli economisti si trovano d’accordo, tuttavia molti sono dell’avviso che gli effetti negativi della variante sulla catena di approvvigionamenti possano determinare un aumento dell’Inflazione nel lungo periodo.
Inoltre con il persistere della situazione di emergenza la Federal Reserve difficilmente opterebbe per una marcata riduzione degli stimoli monetari. Ovviamente su questo dibattito non è ancora arrivato un parere unanime da parte del mondo accademico e delle istituzioni economiche.
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