La diffusione mondiale della variante Delta sta diventando sempre più preoccupante, soprattutto ora che alcuni esperti mettono in luce la possibilità che i vaccini possano essere meno efficaci contro questo ceppo.
La variante Delta (ex variante indiana) sta accelerando la sua diffusione a livello europeo e mondiale. Basti pensare al fatto che nel Regno Unito questo nuovo ceppo sembra essere diventato il principale riscontrato nei nuovi contagiati appartenenti alla fascia d’età 10-29 anni. La situazione oltre Manica è così seria che lo stesso Primo Ministro britannico Boris Johnson ha optato per il rinvio della fine del Lockdown.
Sebbene nel Regno Unito la maggiora parte dei soggetti contagiati sembrino soggetti non vaccinati o che non hanno ricevuto la seconda dose di preparato anti-COVID, molti scienziati stanno aprendo all’ipotesi che vedrebbe la variante Delta molto più resistente ai vaccini. Se questo dovesse essere confermato, ci si troverebbe davanti a una situazione ben più delicata di quanto si era prospettato.
In che modo è possibile perciò difendersi dalla nuova variante del coronavirus se i vaccini sono meno efficaci? E soprattutto, questa variante è più resistente a un siero in particolare?
Variante Delta: vaccini anti-COVID meno efficaci di quasi il 13%
Stando a una serie di studi preliminari, la variante Delta sembrerebbe indebolire di circa il 13% la protezione offerta dai vaccini contro il coronavirus. Questo vuol dire che se per esempio il siero Pfizer-BioNTech offre una protezione pari al 95% dopo la seconda dose, in presenza di questa nuova variante i soggetti vaccinati con questo vaccino avrebbero una protezione non superiore all’82%. Ricordiamo tuttavia che questi studi devono ancora ottenere una conferma. Inoltre non sono ancora stati rilevati casi di soggetti che sono stati contagiati con questo ceppo dopo la somministrazione dell’ultima dose di vaccino.
Attualmente la variante Delta è il ceppo del SARS-CoV-2 predominante nel Regno Unito (circa 96% dei nuovi contagi) e in Russia (circa l’89% dei nuovi contagi), ma anche negli Stati Uniti le autorità riferiscono che in alcuni stati questo nuovo ceppo sta lentamente diventando il più diffuso. Nell’Unione Europea i paesi in cui si registrano maggiori contagi da variante Delta restano Spagna e Portogallo.
Nel nostro paese il primo caso di variante Delta era stato riscontrato a fine aprile in un passeggero proveniente proprio dal paese asiatico.
Come frenare la diffusione della variante Delta?
Di fronte a una nuova variante che corre più velocemente e che rischia di vanificare gli sforzi compiuti negli ultimi mesi sul fronte della vaccinazione, l’unica soluzione prospettata dagli esperti sembra essere la vaccinazione stessa.
La nuova variante ha nettamente alzato l’asticella per l’immunità di gregge, che ora sarebbe stimata oltre l’80% anziché il 60% iniziale.
Occorre sottolineare che la nuova variante indebolirebbe la protezione offerta dai vaccini, ma i soggetti vaccinati hanno comunque bassissime possibilità di venire ospedalizzati e di andare incontro a complicazioni respiratorie severe.
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