L’accordo quadro sembrerebbe arrivato a un punto morto, la proposta per sbloccare la situazione arriva dal Partito Socialista Svizzero.
L’accordo quadro, nel diritto dell’Unione Europea, crea le condizioni per la stipula di veri e propri contratti collettivi europei. L’accordo infatti nasce dal dialogo sociale e ha come scopo quello di fornire gli orientamenti necessari per i futuri negoziati o prima della negoziazione di una convenzione bilaterale (accordo bilaterale). Infatti pur non essendo per sua natura un atto vincolante l’accordo quadro esprime la volontà comune di entrambe le parti a rispettare le condizioni contenute in questo.
Per il futuro della Confederazione l’accordo quadro è di grande importanza soprattutto per ciò che concerne la vita economica, sociale e lavorativa. Questo perché l’accordo quadro fa riferimento ai cinque accordi bilaterali di accesso al mercato, già in vigore: la libera circolazione delle persone, l’accordo bilaterale che ha per oggetto l’agricoltura e quello sugli ostacoli tecnici al commercio, trasporti terrestri e trasporto aereo; ma si applicherebbe anche agli accordi futuri.
L’obiettivo è l’aggiornamento dinamico degli accordi e l’applicazione di un meccanismo di risoluzione delle controversie.
Come funziona la risoluzione delle controversie?
In caso di controversie entrambe le parti possono richiedere l’intervento del Comitato misto (CM) Svizzera-UE – composto da rappresentanti di Berna e di Bruxelles in misura uguale - e se la controversia continua possono chiedere l’intervento di un tribunale di arbitri.
Andando più nello specifico nel momento in cui sorge la controversia – sviluppo dinamico del diritto – le parti si rivolgono al CM, se dopo l’intervento di questo la Svizzera è pronta a riprendere i negoziati, il comitato decide la modifica da apportare all’accordo in questione, si procede con i procedimenti di approvazione nazionali - anche il referendum se necessario - per poi giungere all’accettazione o al rifiuto. A questo punto l’Unione Europea può adottare misure di compensazione e il Tribunale arbitrale esamina la proporzionalità delle misure di compensazione.
Se invece dopo la decisione del CM la Svizzera non è pronta a riprendere interviene direttamente il Tribunale, che decide se la Confederazione deve o no riprendere la negoziazione.
Diversa è la procedura di risoluzione, della controversia, in caso di applicazione: si parte sempre dalla consultazione del CM, ma se entro tre mesi non si giunge a una soluzione interviene il Tribunale Arbitrale.
Accordo quadro UE-Svizzera: a che punto siamo?
Al momento sembrerebbe che l’accordo quadro UE-Svizzera sia a un punto morto. Dopo gli scorsi incontri entrambe le parti sono uscite insoddisfatte: "le discussioni non hanno permesso di fare i progressi auspicati" ha commentato il presidente della Confederazione, durante una conferenza stampa convocata dopo l’incontro con la presidente della Commissione UE, lo scorso 23 aprile.
Il problema al centro di questo “stop” sono tre punti critici che Berna vorrebbe negoziare separatamente: la protezione dei salari, gli aiuti di Stato e la direttiva sulla cittadinanza europea, che allarga l’accesso alle prestazioni sociali. Ma per l’Unione Europea non è accettabile la negoziazione di tre punti separati dal resto dell’accordo.
Il Partito socialista svizzero ha proposto di mantenere la posizione sulle misure di accompagnamento, ma di cedere sulla cittadinanza europea per sboccare l’accordo quadro.
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