Aumentano le misure di sicurezza nelle zone in cui sono stati rilevati i casi.
La notizia è stata confermata dalle autorità. Nel Weinland zurighese è stato individuato il virus dell’influenza aviaria in un gruppo di cigni neri di un’azienda privata. In collaborazione con le autorità veterinarie cantonali, l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) ha confermato le misure di protezione del pollame da cortile nell’area interessata.
Virus pericoloso
Da qualche tempo, il virus dell’influenza aviaria avanza in gran parte d’Europa e il rischio di diffusione della malattia in Svizzera è elevato. Il caso notificato riguarda cinque cigni neri in un’azienda privata di Trüllikon, nel Cantone di Zurigo. Per la Svizzera si tratta del secondo caso di influenza aviaria rilevato quest’inverno in un’azienda: il primo si è verificato nel novembre 2022, quando i laboratori responsabili hanno individuato il virus in un airone cenerino e in un pavone in un allevamento amatoriale nei pressi di Winterthur. Inoltre, il virus è stato rilevato più volte in uccelli selvatici rinvenuti morti in diversi Cantoni.
Aumentano le misure di prevenzione
Per impedire la diffusione del virus, le autorità cantonali di Zurigo, Sciaffusa e Turgovia hanno emanato misure supplementari che vanno oltre quelle di protezione già in vigore. L’Ufficio veterinario di Zurigo ha posto sotto sequestro l’azienda colpita e ha abbattuto i pochi animali rimasti a rischio di contagio. Intorno all’azienda infetta è stata istituita una zona di sorveglianza del raggio di tre chilometri: all’interno di essa le aziende avicole devono rispettare disposizioni di sicurezza più severe e gli uffici veterinari stanno effettuando analisi basate sul rischio per verificare lo stato di salute del pollame. Inoltre, nella zona di sorveglianza il pollame da cortile e gli altri volatili in cattività devono essere tenuti in sistemi chiusi. Uova e pollame non possono uscire da questa zona. In aggiunta, intorno all’azienda colpita è stata istituita una zona intermedia del raggio di dieci chilometri all’interno della quale le misure speciali si applicano soltanto alle grandi aziende.
I pericoli per l’uomo
Come più volte hanno rimarcato le autorità sanitarie internazionali, il livello di pericolo per l’umanità rimane piuttosto basso. Il rischio più elevato riguarda gli animali selvatici, con possibili alti tassi di mortalità tra uccelli selvatici. Gli esperti sono comunque prudenti: al momento non ci sono motivi di allarme per un’epidemia a livello umano, ma occorre monitorare con grande attenzione ogni nuovo episodio in cui si manifesta il virus. La sorveglianza a livello internazionale rimane dunque un fattore fondamentale che va opportunamente potenziata, soprattutto tra gli uccelli migratori e gli animali selvatici.
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