La giornata si prospetta in terreno positivo per le principali banche mondiali. In Cina, invece, a causa del nuovo mandato conferito a Xi, l’Hang Seng crolla quasi del 7%.
Grazie all’andamento positivo di venerdì di Wall Street, l’inizio di settimana si prospetta in terreno positivo per le principali borse mondiali. L’1 e il 2 novembre si svolgerà la riunione della Federal Reserve, decisiva per il nuovo rialzo del tasso guida Usa che, a detta dei banchieri centrali, dovrebbe essere meno brusco dei precedenti.
In Asia, nel frattempo, è stato confermato il capo di stato cinese e leader del partito Xi Jinping che ha determinato il crollo degli indici tecnologici e immobiliari. Consolidando il suo potere e raccogliendo consensi attorno a lui, il 69 enne ha ottenuto un terzo mandato di durata quinquennale come segretario generale e capo della commissione militare a Pechino, ignorando limiti di età e termini. Legando, di fatto, il suo governo al fondatore dello stato Mao Tsetung, che portò caos nel paese. Gli investitori sono preoccupati, temono infatti che Xi sacrificherà la crescita economica per politiche più ideologiche. Infine, durante il congresso, l’ex presidente Hu Jintao, è stato scortato fuori dall’aula da due assistenti.
Borsa Svizzera
A Zurigo alle 9.15 lo SMI è in risalita dello 0,87% a 10.509,20 punti, così come lo SPI dello 0,61%, a 13’409.60 punti.
Borse europee
Positive anche le aperture delle piazze europee. Alle 9.15, il FTSE MIB sta guadagnando lo 0,94%, il DAX lo 0,99%, il CAC 40 lo 0,85%. Mentre a Londra, a causa del clima politico altamente incerto a seguito delle dimissioni di Liz Truss, il FTSE 100 apre in flessione dello 0,31%.
Wall Street
Venerdì a New York le piazze hanno chiuso in ampio guadagno, dopo la notizia sull’allentamento della politica monetaria. Il Dow Jones ha recuperato il 2,47%, lo S&P500 il 2,37%, e il Nasdaq il 2,31%.
Borse asiatiche
Sulla scia di Wall Street, Tokyo chiude in positvo, anche se in modesto rialzo. L’indice Nikkei ha chiuso guadagnando lo 0,33% a 26.979,50 punti.
In Cina, gli sviluppi politici hanno fatto precipitare in profondo rosso a Hong Kong, l’Hang Seng che lascia sul terreno il 6,7%; lo Shenzen giù dello 0,32% e il China A50 del 3,80%.
In terreno positivo anche l’australiano S&P/ASX 200 che conclude gli scambi in ripresa dell’1,54%.
Gas e petrolio
Prezzo del greggio in calo, con i futures Brent in consegna a gennaio a 90.16 dollari al barile (-1,29%), e i futures WTI consegna dicembre a 83.89 dollari al barile (-1,34%). Crolla il prezzo del gas ad Amsterdam, con i futures consegna a novembre scambiati a 104,895 euro/megawattora giù del 7,64%.
Mercato valutario
Sul fronte del mercato valutario: USD/CHF a 0.9995 franchi, EUR/USD a 0.9829 dollari, USD/RUB a 61.3530 rubli; EUR/CHF, questa mattina scambiato a 0.9833 franchi. Si rafforza invece lo Jen, a fronte di un intervento del governo giapponese., secondo il quotidiano Nikkei. Per il Financial Times, l’intervento ammonta a 30 miliardi di dollari. CHF/JPY a 149.38 yen, CHF/RUB 61.24 rubli.
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