L’esponenziale aumento dei prezzi alimentari negli Stati Uniti sta costringendo molti cittadini a rivedere i propri standard.
Un’inchiesta di CNN ha esaminato come l’inflazione stia influendo sulle abitudini alimentari dei consumatori statunitensi. L’aumento dei prezzi di consumo del settore alimentare ha in certi casi rivoluzionato le abitudini di intere famiglie americane.
Il rincaro dei prezzi alimentari
Alcuni hanno ridotto le cene fuori casa, alcuni compranoe meno carne e altri di rinunciano agli eccessi. Quasi tutti si dimostrano preoccupati per il futuro. È questo il riassunto delle testimonianze di alcuni cittadini intervistati da CNN, che evidenzia tutte le difficoltà e i sacrifici che le famiglie americane sono costrette a fare in questo periodo.
I prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati dell’11,4% nell’ultimo anno negli Stati Uniti, il più grande incremento annuale dal maggio 1979, secondo i dati pubblicati a metà settembre dal Bureau of Labor Statistics. I prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 13,5% e quelli dei menu dei ristoranti dell’8% nello stesso periodo.
Rivoluzionate le abitudini alimentari
Secondo i dati di luglio, raccolti e analizzati dalla società di ricerche di mercato IRI, i consumatori rispondono all’inflazione cercando più offerte e passando a marchi generici o meno costosi. Molte aziende americane hanno notato che i clienti stanno passando dalla carne di manzo a quella di pollo per esempio, mentre alcuni ristoranti e catene di supermercati stanno registrando un aumento dei clienti con un reddito più elevato, probabilmente in arrivo da ristoranti più costosi. Alcune persone hanno dichiarato di cenare fuori meno spesso o di evitare del tutto i ristoranti.
Chi risente più della crisi
La situazione di rincaro prezzi sta certamente gravando di più su coloro che faticavano a comprare il cibo anche prima che i prezzi salissero. In casi così estremi, l’aumento dei costi potrebbe significare cadere nell’insicurezza alimentare, uno stato di difficile accesso al cibo comune.
Secondo l’U.S. Department of Agriculture (USDA), l’anno scorso circa il 10,2% delle famiglie statunitensi si trovava in condizioni di insicurezza alimentare, leggermente al di sotto del 10,5% registrato per il 2020 e il 2019. Vista la continuità dell’inflazione però, questo dato potrebbe facilmente peggiorare nelle prossime annate.
Tuttavia, anche per chi non è a rischio di fame, le impennate dei prezzi degli alimenti sono sconvolgenti. Sono sempre più le persone comuni costrette a rivedere le proprie abitudini alimentari: strategie come cambiare negozi o supermercati, cambiare marchi, cercare saldi, e informarsi su momentanee carenze di prodotti sono sempre più all’ordine del giorno.
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