La scorsa settimana l’OPEC ha indicato il conflitto - insieme alle tensioni geopolitiche in Medio Oriente - come la causa principale dell’attuale livello elevato dei prezzi del petrolio.
L’avvio di settimana si è aperto all’insegna della volatilità sui mercati petroliferi, che sembrano comunque destinati a rimanere orientati verso il rialzo, come le settimane precedenti.
Lo conferma Avenergy Suisse, l’associazione che difende gli interessi degli operatori del settore, che ha aggiunto come venerdì - davanti ad un’offerta ristretta con una domanda robusta e numerosi rischi geopolitici - si sono create le condizioni per avvicinarsi a nuovi massimi nel lungo periodo per Brent e WTI.
A parte le preoccupazioni per potenziali interruzioni della produzione negli Stati Uniti a causa di un’ondata di freddo, Avenergy Suisse punta l’accento sulle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e Ucraina che continuano a sostenere i prezzi in questo momento.
Sebbene le interruzioni dell’offerta che potrebbero derivare da un’escalation del conflitto in Ucraina siano ancora di natura teorica, l’OPEC la scorsa settimana ha menzionato il conflitto - insieme alle tensioni geopolitiche in Medio Oriente - come la causa principale dell’attuale livello elevato dei prezzi del petrolio.
La prospettiva di un accordo nel patto nucleare tra Stati Uniti e Iran e il relativo aumento della produzione iraniana nel prossimo futuro potrebbero fornire un certo elemento di rilassamento nell’offerta. Si tratta comunque di un piccolo passo avanti: gli operatori di mercato sono consapevoli che molti altri ne dovrebbero seguire per poter effettivamente veder estratto più petrolio iraniano.
Una situazione generale, che non lascia ben sperare circa la possibilità di possibili ridimensionamenti dei prezzi dei carburanti alla pompa dei distributori. Al punto che Avenergy Suisse non esclude che in Svizzera, il prezzo del carburante possa arrivare a sfiorare quota 2 franchi al litro.
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