L’andamento del primo mese dell’anno ha risentito in modo particolare dell’aumento dei costi di prodotti energetici e materie prime. Bene le esportazioni di macchinari ed elettronica, metalli e strumenti di precisione.
È tempo di bilancio per l’import-export svizzero. Nel mese di gennaio 2022 il commercio del Paese ha registrato uno sviluppo contrapposto. Dati destagionalizzati alla mano, risultano diminuite le esportazioni dell’1,5%, mentre è stata riscontrata una crescita del 7% nelle importazioni. Nel comunicato stampa, emesso dall’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, viene sottolineato come questo andamento sia stato segnato anche dall’aumento concomitante dei prezzi di prodotti energetici e materie prime. La bilancia commerciale registra così un’eccedenza di 2,2 miliardi di franchi, valore non rilevato da febbraio 2020.
Le esportazioni
Nel gennaio 2022 sono diminuite dell’1,5%, con un dato reale del +2,3%. Si assiste a un secondo calo complessivo che riporta il quadro ai livelli registrati nell’ottobre 2021. Nel primo mese del 2022 la contrazione delle esportazioni è dovuta principalmente alla diminuzione di richiesta dei prodotti chimici e farmaceutici segnato da un -6,3%, ovvero -721 milioni di franchi. Crollate anche le vendite di medicamenti che in un mese sono diminuite del 23,6% (-956 milioni), in decrescita anche la vendita di prodotti immunologici (-513 milioni di franchi).
Tra dicembre 2021 e gennaio 2022, registrano cifre in rosso anche gioielleria (-6,7%) e orologeria (-1,9%), quest’ultima in calo per il terzo mese consecutivo.
Richiesta aumentata per le esportazioni del settore dei macchinari e dell’elettronica cresciute di un decimo rispetto a dicembre 2021. Bene anche l’export di metalli (+8,7%) e strumenti di precisione (+7,3%). Tre elementi che registrano un cumulativo di 444 milioni franchi.
Dei tre mercati principali, in sofferenza il Nord America (-19,9%), e Stati Uniti, con vendite diminuite di 775 milioni di franchi, in modo particolare per prodotti chimico-farmaceutico. In crescita Europa e Asia, in aumento rispettivamente del 3,2% e del 4,5%. Riguardo al mercato del vecchio continente, il fatturato ha segnato cifre verdi nelle esportazioni verso Regno Unito (+22,5% soprattutto per prodotti chimici e farmaceutici), Paesi Bassi e Spagna. Nel continente asiatico, il Giappone si è distinto con un aumento del 7,8%.
Importazioni e impennata dei prodotti energetici
Gli arrivi di prodotti nel territorio nazionale, al contrario, sono aumentate. È stato raggiunto il +7% (reale: -0,7%), in linea con la tendenza positiva delineata da febbraio 2020. L’aumento delle importazioni si deve soprattutto a prodotti energetici, chimici e farmaceutici. L’import dei primi è aumentato del 43,1% (+557 milioni di franchi) contro l’11,9% (+556 milioni) dei secondi. Il boom dei prodotti energetici si è però basato solo sui prezzi, raddoppiati da settembre 2021. Nel settore chimico-farmaceutico, il segmento farmaceutico è quello che ha registrato un aumento maggiore (+38,3%). Anche gli ambiti di metalli, veicoli, macchinari ed elettronica, così come alimenti, bevande e tabacco hanno avuto uno sviluppo positivo. Le importazioni da Europa (+11,3%) e Nord America (+5,2%; Canada: +12,1%) hanno guadagnato terreno, mentre quelle provenienti dall’Asia hanno ristagnato. Nel primo caso, le spedizioni da Germania, Austria e Slovenia (principalmente prodotti chimici e farmaceutici) sono aumentate di 1,2 miliardi di franchi svizzeri cumulativi. Sul lato asiatico, le consegne da Singapore sono raddoppiate (+194 milioni di franchi), dopo essere diminuite della metà il mese precedente. Il calo cumulativo in Corea del Sud e Giappone è stato di 176 milioni di franchi.
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