Azioni Netflix in profondo rosso. Musk affonda: "È inguardabile"

Chiara De Carli

21/04/2022

25/04/2022 - 10:41

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Nel giro di un anno la società specializzata nello streaming video ha assistito a un crollo del 37% a 60 miliardi di dollari.

Azioni Netflix in profondo rosso. Musk affonda: "È inguardabile"

Era il 2013 quando Jim Cramer, conduttore televisivo di Mad Money dell’americana Cnbc, coniava l’acronimo Faang, per identificare le azioni delle cinque società leader nella tecnologia americana: Meta (Fb) – nota fino a qualche tempo fa come Facebook – Apple (AAPL), Netflix (NFLX) e Alphabet (GOOG) ovvero Google.

Addio al Faang?

Già dagli inizi di novembre del 2021 gli investitori avevano annunciato che il Faang stava perdendo pezzi, a seguito dell’annuncio da parte della Fed dell’aumento dei tassi d’interesse.
E ora che questo fatto si è concretizzato nella cruda realtà, il commercio Faang sembra essere segnato da un unico destino. In Borsa Meta da inizio anno ha perso il 35% e Netflix lo segue a ruota. Nel giro di un anno la società specializzata nello streaming video ha assistito a un crollo del 37% a 60 miliardi di dollari. Sembra ormai lontano il picco da 300 miliardi di dollari raggiunto lo scorso anno che ora si vede ridotto di due terzi arrivando a 100 miliardi, designando così il capitale più piccolo all’interno del gruppo Faang.

Azioni Netflix sprofondano

Le azioni Netflix sono affondate del 25% nell’after hour, in seguito al netto calo di 200 mila abbonamenti durante il primo trimestre dell’anno alla piattaforma streaming, dopo 10 anni. Questo lascia ben poche speranze, piuttosto spiana la strada verso un andamento al ribasso, destinato ad aggravarsi nei prossimi mesi.

Abbonati in diminuzione

Alla base della precipitazione dei titoli è la dichiarazione dello stesso colosso che ha affermato di aver concluso la sua crescita decennale con il primo trimestre, confessando le difficoltà di adesione che si riscontrano in diversi mercati. Non da ultimo l’abbandono da parte di Netflix della Russia in segno di protesta, un mercato piccolo – certamente – ma che ha comportato la perdita di quasi 1 milione di utenti.
Nel trimestre in corso avrebbe infatti perso 2 milioni di utenti che vanno a sommarsi ai 200 mila persi nel primo trimestre dell’anno. Un deficit che porta il totale degli abbonati a 219,6 milioni. Un andamento paradossale per gli investitori, che al contrario si aspettavano un aumento di 2,6 milioni di iscritti.
Dal punto di vista finanziario, invece, le entrate sono aumentate quasi del 10% a 7,87 miliardi di dollari, seppure inferiori rispetto alle aspettative degli analisti di 7,93 miliardi di dollari. Al 31 marzo, utile netto in calo del 6,4% a 1,6 miliardi di dollari.
Netflix ha accusato il colpo della saturazione del mercato da parte della concorrenza. Disney Plus, Warner Bros Discovery e Paramount hanno innescato “venti contrari alla crescita dei ricavi”.

Abbonamenti condivisi

L’altro problema è la condivisione degli abbonamenti tra amici. La società ha infatti affermato che ci sono più di 100 milioni di famiglie che utilizzano il suo servizio e non lo pagano, oltre ai suoi 220 milioni di abbonati.
Reed Hastings, co-amministratore delegato, ha infatti dichiarato che la condivisione dell’account, che è sempre stata una questione complessa per Netflix, sta ora venendo a galla: “Quando stavamo crescendo velocemente non era una priorità assoluta, ma ora ci stiamo lavorando sopra”, ha detto Hastings. La società sta testando come addebitare gli account condivisi in mercati di Cile e Perù.

Il futuro di Netflix sarà la pubblicità?

Altro nodo da sciogliere la questione della pubblicità: è ancora sostenibile non inserirla nel servizio streaming? Hastings ha anche affermato che Netflix ha pianificato di lanciare un servizio di streaming supportato da pubblicità, un’idea a cui aveva resistito a lungo: “È qualcosa che stiamo guardando ora e che verrà lanciato nel prossimo anno o due”, ha detto.

Investimenti per contrastare la concorrenza

Netflix spenderà 19,2 miliardi di dollari  in contenuti quest’anno, secondo le stime di Uerkwitz, in quanto aumenta la competizione con Amazon, Apple, Disney e altri che stanno investendo molto.
Tuttavia, Spencer Neumann, chief financial officer di Netflix, ha affermato che la società ritirerà parte della crescita della spesa sia per i contenuti che per altre voci nei prossimi 18-24 mesi, a causa di ricavi non soddisfacenti finora.

Netflix trascina i titoli streaming

L’effetto negativo dei titoli Netflix e il selloff delle azioni hanno trascinato verso il basso anche altri titoli legati allo streaming: Wall Disney (-5,8%), Paramount Global (-8,1%), Warner Bros Discovery (-5,2%) e Roku (-5,8%).
Secondo gli esperti Netflix sarebbe la società più vulnerabile in questo momento poiché è il più grande e consolidato. Mentre Disney invece ha risentito del ritiro dalla Russia a causa della guerra in Ucraina.

Elon Musk

Il fatto non ha lasciato indifferente Elon Musk, impegnato in questi giorni nella sua scalata a Twitter. Il patron di Tesla in risposta a un tweet di Slashdot ha definito la piattaforma "inguardabile" a causa del "woke mind virus", ovvero il "virus" dello stare attenti e all’erta sulle ingiustizie sociali e razziali.

Che l’ossessione del politically correct stia un po’ sfuggendo di mano? L’osservazione incontra l’appoggio dei follower di Musk su Twitter, qualcuno addirittura gli consiglia di acquistarla.

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